La partecipazione democratica non è un optional, ma l’essenza stessa della cittadinanza attiva, il collante che tiene coesa una società consapevole e responsabile. Lo ribadisce Caterina Pozzi, presidente del Coordinamento nazionale comunità accoglienti (Cnca), in occasione dell’assemblea nazionale a Trento, un evento intitolato simbolicamente “Terra. Più lenti, più profondi, più dolci”, un invito a riscoprire un approccio più umano e attento alle sfumature del reale. L’appello è chiaro: esercitare il diritto di voto agli imminenti referendum dell’8 e 9 giugno, con particolare attenzione al quesito relativo alla cittadinanza, una questione che tocca direttamente la dignità e il futuro di chi il Cnca assiste quotidianamente.Il clima che si respira, tuttavia, è di profonda preoccupazione. L’approvazione del decreto sicurezza, recentemente coniata in Senato, rappresenta un pericoloso arretramento rispetto ai principi fondamentali di una società aperta e inclusiva. Questo provvedimento, con la sua pretesa di ordine pubblico a ogni costo, non solo limita le forme di dissenso legittimo, erodendo il tessuto democratico italiano, ma si rivolge in modo sproporzionato e discriminatorio contro le fasce più vulnerabili della popolazione: i migranti ospitati nei Centri di Permanenza (CPR), i detenuti, e in generale, chi vive ai margini del sistema. Si assiste, in sostanza, a un ritorno a logiche autoritarie che sembravano superate.Nonostante le difficoltà, il Cnca non intende arrendersi. Il coordinamento, che riunisce una rete di circa 240 organizzazioni sparse in tutto il territorio nazionale, ha intensificato le iniziative di sensibilizzazione, pur consapevole della forte volontà politica che sostiene l’attuale linea governativa. La collaborazione con altre realtà del terzo settore si fa ancora più stringente per individuare strategie efficaci di contrasto a queste derive.L’assemblea nazionale del Cnca pone al centro un tema cruciale e urgente: la cura della comunità terrestre. Questa prospettiva, che va ben oltre l’assistenza alle persone, implica un ripensamento radicale del nostro rapporto con l’ambiente e con le generazioni future. Le trasformazioni climatiche e l’esaurimento delle risorse naturali colpiscono in modo diseguale le popolazioni più deboli, amplificando le disuguaglianze sociali ed economiche. La responsabilità della comunità accogliente si estende, quindi, alla difesa dell’ecosistema globale, promuovendo modelli di sviluppo sostenibile e solidale. In un’epoca di crisi multiple, la cura della terra e la cura delle persone devono procedere di pari passo, per costruire un futuro più giusto, equo e resiliente per tutti. La sfida è ardua, ma la speranza di un mondo migliore ci spinge ad agire con determinazione e creatività.
Partecipazione, Cittadinanza e Cura: l’Appello del Cnca
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