La vicenda del post su Facebook del consigliere comunale Bruno Borin, vicepresidente del Consiglio comunale di Laives, in Alto Adige, ha scatenato un acceso dibattito e portato a una risposta formale da parte dell’amministrazione locale.
L’immagine, raffigurante una pizza a tema mussoliniano, pubblicata e successivamente rimossa dal consigliere, ha riaperto una ferita nella coscienza collettiva, sollevando interrogativi profondi sull’uso del linguaggio e delle immagini in ambito pubblico, soprattutto quando si tratta di argomenti storici così delicati.
La reazione del Comune di Laives non si è limitata a una condanna superficiale.
L’approvazione unanime di un ordine del giorno, che ha visto il voto favorevole anche dello stesso consigliere Borin, testimonia una volontà condivisa di affrontare la questione con la serietà che merita.
Questo gesto simbolico va oltre la semplice rimozione del post incriminato; si configura come una dichiarazione di principi, un atto deliberato per riaffermare l’impegno della comunità nei confronti dei valori democratici e costituzionali che hanno fondato la Repubblica Italiana.
L’episodio, infatti, ha messo in luce la fragilità della memoria storica e il rischio che, anche inavvertitamente o in chiave ironica, si possano riaprire ferite del passato.
La libertà di espressione, pilastro fondamentale di una società democratica, non può essere intesa come licenza per banalizzare o ridicolizzare eventi tragici che hanno segnato la storia del nostro Paese.
L’amministrazione comunale ha compreso che la responsabilità di chi ricopre cariche pubbliche è quella di agire con prudenza e sensibilità, soprattutto quando si tratta di temi così sensibili.
L’ordine del giorno approvato sottolinea l’importanza di promuovere una cultura della memoria responsabile, che non si limiti a commemorare il passato, ma che lo analizzi criticamente, con l’obiettivo di evitare che gli errori del passato si ripetano.
Si tratta di un impegno costante, che coinvolge non solo le istituzioni, ma anche i cittadini, le scuole, le associazioni e i media.
La Giunta comunale di Laives, con la sua risposta univoca, ha offerto un esempio significativo di come affrontare situazioni delicate, rafforzando l’identità democratica del territorio e invitando tutti i membri della comunità a riflettere sul ruolo del passato nella costruzione del futuro.
La vicenda, lungi dall’essere un semplice “caso” da dimenticare, si configura come un’occasione per un profondo rinnovamento culturale e civile.