lunedì 8 Settembre 2025
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Schützen: No alla Parità, Difesa di una Tradizione Secolare

Le immagini di fucili antichi e sciabole scintillanti, da tempo iconiche delle parate degli Schützen, non rappresentano un’apertura al genere femminile, né lo hanno mai fatto.
Christoph Schmid, comandante della sezione altoatesina degli Schützen, con fermezza, ha interrotto sul nascere un acceso dibattito originatosi in Tirolo, Austria.
Questi corpi armati, eredi di una tradizione secolare che affonda le sue radici nelle comunità bavarese e tirolesi, esibiscono con orgoglio le loro armi storiche, utilizzate oggi per saluti di gioia, ma che in un passato remoto ebbero un significato decisamente diverso.
La partecipazione è, e finora è stata, prerogativa esclusiva maschile.
L’attuale momento di tensione deriva dalla richiesta, avanzata da due compagnie tirolesi, di ammettere donne nel ruolo di “tiratrici”, ossia membri a pieno titolo della schiera degli Schützen.
Fino ad oggi, il ruolo femminile all’interno di queste organizzazioni si è configurato prevalentemente come quello della Marketenderin, una figura che rimanda al passato delle vivandiere militari, incaricate di provvedere al sostentamento e all’approvvigionamento.
Le Marketenderin, sottolinea Schmid, rivendicano con orgoglio il proprio ruolo all’interno della tradizione.

L’insistenza su questioni di egualitarismo, a suo avviso, appare fuorviante.

Pur riconoscendo, con piena cognizione, il diritto delle donne alla parità di diritti e opportunità, egli afferma che questa parità non si traduce automaticamente nell’accesso a ruoli e simboli tradizionalmente maschili.
L’analogia, così come la formula, è tagliente: immaginate un comandante degli Schützen che si presentasse in pubblico indossando l’abito di una Marketenderin.
L’assurdità dell’immagine serve a sottolineare la sacralità della tradizione e la sua innegabile specificità.

La domanda non è tanto sull’uguaglianza, ma sulla preservazione dell’identità culturale e del significato intrinseco dei simboli che contraddistinguono la comunità degli Schützen.
Sotto la guida di Schmid, la tradizione, così come i valori che la sorreggono, rimangono granitici e immutabili, testimoni di un legame profondo con il passato e di una ferma volontà di custodire l’eredità culturale che si tramanda di generazione in generazione.
Il dibattito, in realtà, solleva interrogativi più ampi sulla natura delle tradizioni, sul loro significato nel contesto contemporaneo e sulla difficoltà di conciliare la richiesta di inclusione con il rispetto per le specificità culturali.

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