La questione relativa al prelievo di due esemplari di lupo in Lessinia, originariamente oggetto di un ricorso sospeso e successivamente ripreso, assume ora una svolta significativa con la sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) di Trento.
La decisione, emessa nel giudizio di merito, respinge le istanze presentate da alcune associazioni animaliste contro il provvedimento provinciale, sancendo la legittimità dell’intervento autorizzato dal Presidente della Provincia, con l’approvazione dell’Ispettorato delle Risorse Idriche (Ispra), in conformità con la normativa europea e con la legge provinciale 9/2018 che disciplina la gestione della fauna selvatica.
La vicenda è strettamente legata ad un’emergenza concreta: le ripetute e gravi predazioni di lupi a Malga Boldera, che hanno causato ingenti danni economici agli allevatori locali e hanno generato un contesto di crescente insicurezza.
L’intervento disposto dall’amministrazione provinciale si è reso necessario per mitigare questi effetti negativi e ripristinare un equilibrio ecologico e sociale compromesso.
Il collegio giudicante, presieduto da Alessandra Farina, ha espresso chiaramente la sostenibilità della misura adottata, valutandola come adeguata e indispensabile in una situazione di urgenza e criticità particolarmente accentuate.
La sentenza sottolinea, inoltre, che la popolazione di lupi in Trentino gode di uno stato di conservazione generalmente buono, escludendo, di fatto, la necessità di un approccio più restrittivo.
Il Presidente Maurizio Fugatti ha commentato positivamente la sentenza del TAR, evidenziando come la decisione confermi la correttezza dell’operato della Provincia.
Si tratta di un atto volto a tutelare l’agricoltura montana, un settore cruciale per l’economia locale, e a garantire la sicurezza e la serenità degli operatori che vi operano.
La Provincia, ribadisce il Presidente, rimane comunque attenta alla presenza del lupo in tutto il territorio trentino, perseguendo costantemente obiettivi di sicurezza pubblica e di salvaguardia delle attività economiche legate all’ambiente montano.
La vicenda solleva interrogativi complessi sulla coesistenza tra uomo e fauna selvatica in un territorio fragile come quello montano.
La gestione del lupo, in particolare, richiede un equilibrio delicato tra la tutela della biodiversità, la protezione degli interessi economici locali e la garanzia della sicurezza pubblica.
La sentenza del TAR rappresenta un punto di riferimento importante per orientare le future decisioni in materia di gestione della fauna selvatica, invitando ad un approccio pragmatico e basato su dati scientifici e sulla reale percezione dei problemi da parte delle comunità locali.
Il dibattito, tuttavia, rimane aperto e richiederà ulteriori riflessioni e possibili azioni di mitigazione per prevenire future emergenze e favorire una convivenza pacifica e sostenibile.









