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giovedì 13 Novembre 2025

Tragedia in Vertana: Padre e figlia vittime di valanga

La tragedia si è concretizzata sulle impervie pareti della Vertana, una delle cime più iconiche del gruppo dell’Ortles-Cevedale in Alto Adige.

La notizia, attesa con angoscia, ha confermato il peggior timore: i due alpinisti dispersi, un uomo e una giovane donna, sono stati ritrovati senza vita.
Si tratta di un turista tedesco, padre, e di sua figlia, una ragazza di soli diciassette anni, la cui passione per la montagna si è spenta tragicamente.

L’evento si inserisce in un quadro più ampio di difficoltà, poiché con loro sale a cinque il numero complessivo delle vittime di quella che si è configurata come una delle valanghe più devastanti degli ultimi anni in regione.
La slavina, un’imponente massa di neve e ghiaccio, si è staccata improvvisamente dal versante settentrionale della Vertana, una parete esposta e notoriamente complessa da affrontare, specialmente in condizioni meteorologiche avverse.
La Vertana, con la sua vetta a 3.543 metri di altitudine, rappresenta una sfida per gli alpinisti esperti, ma attrae ogni anno un numero considerevole di escursionisti e appassionati.

La sua conformazione geologica, con pendii ripidi e l’alternanza di roccia e ghiaccio, la rende particolarmente vulnerabile agli effetti delle variazioni climatiche e alle precipitazioni nevose.
L’evento solleva, inevitabilmente, interrogativi cruciali sulla sicurezza in montagna e sulla gestione del rischio valanghe.

La primavera, stagione di transizione, è un periodo particolarmente delicato, caratterizzato da un rapido scioglimento della neve e da un aumento del pericolo di distacco valanghe.
I cambiamenti climatici, con le loro conseguenze sull’equilibrio dei ghiacciai e sulla frequenza di eventi meteorologici estremi, esacerbano ulteriormente la situazione.
Le squadre di soccorso, composte da alpinisti esperti, soccorritori del Soccorso Alpino e Vigili del Fuoco, hanno operato in condizioni estreme per rintracciare i dispersi, affrontando pendii ripidi, temperature rigide e scarsa visibilità.

La loro azione, seppur tempestiva, non è stata sufficiente a evitare la tragedia.

Oltre al dolore per la perdita di due vite umane, l’accaduto impone una riflessione più ampia sulla necessità di rafforzare le misure di prevenzione, di migliorare la comunicazione dei bollettini valanghe e di promuovere una cultura della montagna improntata alla prudenza e al rispetto per la natura.
È fondamentale che ogni escursionista sia consapevole dei rischi che si corre in alta quota e che prenda decisioni responsabili, rinunciando a percorsi pericolosi e adeguando le proprie capacità al livello di difficoltà del percorso.
La montagna, pur essendo una fonte di bellezza e di emozioni, richiede un atteggiamento di profonda responsabilità e di costante vigilanza.

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