La nebbia mattutina avvolgeva via Perini, ma non riusciva a offuscare il velo di tristezza che gravava sui volti dei presenti.
Una comunità intera piangeva la perdita di Serghei Oprea, un uomo divenuto un punto fermo del tessuto sociale del quartiere.
La notizia, diffusa dal sindaco Franco Ianeselli attraverso i canali digitali, aveva generato un’onda di sgomento e dolore, amplificata dall’immagine di un uomo spezzato in modo così inaspettato.
Serghei, un esponente della diaspora moldava, aveva percorso un cammino segnato dall’emigrazione, prima in Germania, poi in Inghilterra, alla ricerca di un futuro più stabile.
Era stato quel desiderio di ricostruzione, di radicamento, a condurlo a Trento, una decina di anni fa.
Aveva iniziato come apprendista nel negozio di un vecchio ciabattino, imparando l’arte della riparazione delle calzature, un mestiere antico, quasi dimenticato, che Serghei aveva riscoperto con passione e maestria.
La sua abilità non si limitava alla semplice competenza tecnica; Serghei possedeva un dono raro: la capacità di restituire dignità agli oggetti, di curare non solo le scarpe, ma anche le storie che esse custodivano.
La sua acquisizione del negozio segnò una continuità, un atto di salvaguardia di una tradizione artigiana che rischiava di scomparire.
Serghei aveva infuso nuova vita al laboratorio, accogliendo clienti di ogni estrazione sociale, offrendo un servizio impeccabile, un sorriso sincero e una parola di conforto.
La sua onestà era leggendaria, la sua dedizione assoluta.
L’incendio, divampato nella notte, ha interrotto bruscamente questo percorso, una parabola di resilienza e integrazione troncata in modo tragico.
Il fumo denso aveva inghiottito il palazzo, la fiamma una vita.
I Vigili del Fuoco, operando con instancabile professionalità, hanno domato le fiamme e messo in sicurezza l’edificio.
La Polizia Locale ha assicurato la viabilità e si è presa cura della famiglia residente nell’appartamento reso temporaneamente inabitabile, offrendo loro un alloggio sicuro e dignitoso.
La perdita di Serghei rappresenta una ferita profonda per la comunità di via Perini, un monito sulla fragilità dell’esistenza e sulla necessità di custodire i valori dell’integrazione, del lavoro onesto e dell’accoglienza.
La sua memoria, scolpita nel cuore dei suoi concittadini, continuerà a illuminare il quartiere, ispirando generazioni future a perseguire i suoi ideali di umanità e dedizione.
La sua storia, pur nella sua tragica conclusione, è un potente simbolo di speranza e di perseveranza.