La comunità della Val Venosta è stata scossa da un evento drammatico, consumatosi sabato 4 ottobre a Glorenza, in Alto Adige, che ha portato alla tragica perdita di Leon Moser, un giovane di soli 19 anni.
La Procura di Bolzano, a seguito dell’esecuzione dell’autopsia, ha comunicato che le lesioni che hanno causato il decesso del ragazzo sono direttamente correlate al crollo di una statua in bronzo, monumento pubblico che il giovane aveva scalato durante la notte.
L’indagine autoptica ha evidenziato che la morte è derivata da un complesso quadro di lesioni interne, riconducibili a un gravissimo trauma toraco-addominale contusivo, compatibile con un meccanismo di schiacciamento provocato dalla caduta del manufatto artistico.
Questo tipo di trauma, spesso associato a fratture multiple e lesioni agli organi interni, ha innescato una serie di alterazioni fisiopatologiche che hanno portato al decesso.
La gravità delle lesioni suggerisce una forza d’impatto considerevole, sollevando interrogativi sulla stabilità della statua e sulle possibili cause del suo cedimento.
La Procura ha annunciato l’avvio di un incidente probatorio, una procedura tecnica volta a ricostruire con precisione le dinamiche del crollo.
Questo momento cruciale coinvolgerà esperti di ingegneria strutturale, metallurgia e conservazione del patrimonio artistico, e sarà condotto nel rispetto del contraddittorio tra le parti coinvolte, garantendo così trasparenza e imparzialità nell’accertamento delle responsabilità.
L’obiettivo primario è determinare se vi siano state, oltre alla presenza del giovane sulla fontana, fattori preesistenti – come difetti strutturali nel bronzo, corrosione, o inadeguatezze nella progettazione e manutenzione del monumento – che abbiano contribuito al disastro.
L’analisi dovrà considerare non solo le condizioni ambientali e meteorologiche del giorno, ma anche la storia del manufatto, la sua esposizione agli agenti atmosferici e le eventuali riparazioni o interventi di restauro precedentemente eseguiti.
L’evento ha riacceso un dibattito sulla sicurezza dei beni culturali e sulla necessità di valutare attentamente i rischi legati all’interazione tra il pubblico e i monumenti, soprattutto in aree a rischio come quelle montane.
L’episodio pone, inoltre, interrogativi sulla sensibilizzazione dei giovani e sull’importanza di comportamenti responsabili nei confronti del patrimonio artistico e storico.