L’agonia dei ghiacciai trentini, testimoni silenziosi di un cambiamento climatico accelerato, si fa sempre più drammatica.
I dati recenti, elaborati dalla SAT (Società Alpinisti Tridentini) nel 2025, rivelano un arretramento medio di 18,5 metri lungo i sedici ghiacciai monitorati, con punte che superano i 30 metri, una perdita di superficie glaciale che in un decennio ha ridotto l’area coperta da ghiaccio da 30 a 20 chilometri quadrati.
Questo scenario, presentato dalla Commissione glaciologica della SAT guidata da Enrico Valcanover, rappresenta un’escalation rispetto al 2024 (14 metri), al 2023 (26 metri) e al 2022 (51 metri), evidenziando una progressiva e inesorabile erosione del patrimonio glaciale alpino.
La disparità nei ritiri è significativa: mentre alcuni ghiacciai, come quello della Marmolada, mostrano arretramenti “contenuti” di circa un metro, altri, come quello del Mandrone, subiscono perdite di 30 metri.
Questa eterogeneità riflette la complessità dei fattori che influenzano la dinamica glaciale, tra cui l’altitudine, l’esposizione solare, la morfologia del bacino idrografico e le caratteristiche del manto nevoso.
L’impiego di droni si è rivelato cruciale per la misurazione precisa di questi cambiamenti, fornendo rilievi tridimensionali georeferenziati, un elemento imprescindibile per un’analisi accurata e la creazione di modelli predittivi.
La crisi non è circoscritta al Trentino; Valter Maggi, presidente della Fondazione Glaciologica Italiana, conferma che l’intera penisola è investita da questa emergenza.
Sebbene il settore occidentale, grazie alle maggiori altitudini delle sue montagne, mostri una relativa tenuta, con ghiacciai che conservano dimensioni e forme più consistenti, anche in quelle aree si registrano evidenti segni di sofferenza e una contrazione delle masse glaciali.
Questa differenza relativa non deve indurre a compiacimento, ma sottolinea l’urgenza di interventi mirati e di una strategia di monitoraggio estesa a tutto il territorio nazionale.
Per favorire la comprensione pubblica e la sensibilizzazione, la SAT ha lanciato il progetto “Sentieri Glaciologici Virtuali”, una risorsa digitale innovativa accessibile tramite il sito web.
Questo strumento, paragonabile a una “mappa interattiva” dei ghiacciai, permette di confrontare immagini fotografiche di punti specifici nel tempo, offrendo una visualizzazione immediata dell’evoluzione e della perdita di ghiaccio.
L’iniziativa non solo documenta la drammatica situazione, ma mira anche a stimolare una maggiore consapevolezza del ruolo cruciale dei ghiacciai per l’ambiente alpino e per l’approvvigionamento idrico a valle, sollecitando un impegno collettivo per la mitigazione dei cambiamenti climatici e la tutela del patrimonio naturale.
La perdita dei ghiacciai non è solo una questione scientifica, ma una sfida culturale e sociale che richiede un’azione rapida e coordinata.








