L’indagine in corso nella Procura di Trento assume contorni sempre più inquietanti, estendendosi oltre il primo, grave episodio di violenza sessuale denunciato e coinvolgendo un sacerdote e insegnante di religione, ora al centro di un’inchiesta che solleva interrogativi profondi sulla sicurezza e il benessere dei minori all’interno di istituzioni religiose.
La vicenda, inizialmente focalizzata su un caso di abusi nei confronti di una studentessa undicenne, si è ampliata con l’emersione di ulteriori accuse di molestie, scaturite da un secondo episodio simile, che coinvolgerebbe un’altra giovane allieva, di età leggermente superiore alla prima vittima.
Le nuove accuse, riportate dai principali quotidiani locali – L’Adige, Corriere del Trentino e Il T – collocano i fatti contestati durante le attività pomeridiane dell’istituto religioso trentino, suggerendo una dinamica di abuso che potrebbe aver sfruttato momenti di minore supervisione e maggiore vulnerabilità per le studentesse.
L’allontanamento del sacerdote, nel frattempo, dall’istituto, sebbene necessario per tutelare l’incolumità dei minori e garantire la serenità delle indagini, non fa che amplificare il senso di sgomento e la necessità di un’indagine approfondita e trasparente.
Il sacerdote, interrogato dalle autorità, ha negato le accuse, attribuendole alla propria indole espansiva e alla tendenza a instaurare rapporti affabili, una spiegazione che gli inquirenti stanno vagliando attentamente, mettendo a confronto la sua versione dei fatti con le testimonianze raccolte e le evidenze emerse.
La gravità della situazione trascende la singola vicenda personale del sacerdote e solleva questioni cruciali riguardanti la formazione del personale ecclesiastico, i protocolli di controllo e prevenzione all’interno delle istituzioni religiose e la responsabilità della comunità ecclesiale nel tutelare i minori.
È imperativo che vengano immediatamente implementate misure volte a garantire la sicurezza e il benessere psicologico delle studentesse, promuovendo al contempo una cultura di ascolto e di segnalazione di abusi, al fine di prevenire il ripetersi di simili tragedie.
L’inchiesta dovrà fare luce non solo sulle responsabilità individuali, ma anche sui possibili fattori sistemici che hanno permesso a tali comportamenti di perpetuarsi, aprendo un dibattito urgente sulla necessità di una profonda riflessione e di un rinnovamento profondo all’interno della Chiesa.
La tutela dei minori deve rappresentare una priorità assoluta, al di sopra di qualsiasi considerazione istituzionale o gerarchica.








