Un’onda di dissenso ha travolto Trento, con un corteo di centinaia di persone che ha risposto all’appello dello sciopero generale provinciale indetto dalle organizzazioni sindacali di base Cub ed Sbm. La mobilitazione, che ha paralizzato i servizi pubblici e privati per 24 ore, si configura come una risposta corale e urgente alle immagini e alle notizie provenienti da Gaza, un territorio martoriato da un conflitto che ha generato un profondo senso di sconcerto e di dolore nell’opinione pubblica.Le sigle sindacali promotrici, in un comunicato, esplicitano la motivazione alla base dell’azione: la consapevolezza che la prosecuzione di una routine apparentemente ordinaria, di fronte alla sofferenza di un intero popolo, risulti moralmente inaccettabile. Si tratta di un rifiuto di assuefarsi alla violenza, un atto di solidarietà concreta verso le vittime e una denuncia della gravità della situazione umanitaria. La partecipazione alla mobilitazione non è solo un’astensione dal lavoro, ma un invito a disinvestire attivamente da un sistema che perpetua tali dinamiche.Lo sciopero non si limita quindi alla mera interruzione dei rapporti lavorativi, ma si estende a tutti quegli aspetti della vita sociale che contribuiscono a ricostruire un senso di “normalità” illusorio. Si chiede a chi partecipa di sospendere attività considerate banali, come la spesa al supermercato, l’utilizzo dei mezzi pubblici, il consumo di bevande in bar, le operazioni bancarie, l’accesso ai servizi postali, le transazioni finanziarie tramite bancomat e la connessione alla rete internet. L’obiettivo è quello di interrompere, anche solo temporaneamente, la catena delle abitudini che possono anestetizzare la coscienza collettiva.Il pomeriggio, dalle ore 14 alle 17, Piazza Duomo si è trasformata in un luogo di riflessione e condivisione, con un presidio dedicato alla lettura di poesie e testimonianze dirette dal campo di Gaza. L’iniziativa mira a dare voce a chi è direttamente coinvolto nel conflitto, a portare alla luce le storie individuali che si celano dietro le statistiche e a creare un momento di incontro e di solidarietà tra i partecipanti. La poesia, intesa come forma espressiva capace di scavare nell’animo umano, e le testimonianze, come documenti diretti e autentici, sono gli strumenti scelti per alimentare la riflessione e stimolare un impegno più ampio e duraturo. La speranza è che questo sciopero, al di là della sua durata temporale, possa rappresentare un punto di svolta nella consapevolezza e nell’azione civile.
Trento: sciopero e dissenso per Gaza, un atto di solidarietà.
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