L’attività investigativa, recentemente conclusa dai Carabinieri della Stazione di Selva di Val Gardena, ha svelato un sofisticato schema di frode online che prendeva di mira potenziali acquirenti di veicoli usati.
L’inchiesta, innescata da una denuncia presentata da una cittadina di Bolzano, residente in Val Gardena, ha portato all’identificazione di una donna di 54 anni, domiciliata nella provincia di Roma, come mente operativa del raggiro.
Il modus operandi della truffatrice si basava su una manipolazione ingannevole dei dati personali, un vero e proprio furto di identità digitale.
Dopo aver individuato un annuncio di vendita online di un veicolo, la donna si impossessava, in modo fraudolento, delle informazioni identificative del legittimo proprietario.
Queste informazioni venivano poi abilmente utilizzate per creare un profilo fittizio e riproporre lo stesso annuncio, ma con condizioni economiche apparentemente ancora più convenienti, alimentando l’avidità e la fretta degli ignari potenziali acquirenti.
La trappola era abilmente orchestrata: una volta indotto l’acquirente a versare una caparra, la somma veniva immediatamente dirottata su un conto corrente controllato dalla truffatrice, rendendo il recupero dei fondi estremamente difficile, se non impossibile.
L’abilità della donna risiedeva non solo nella capacità di sottrarre e manipolare dati, ma anche nella sua abilità psicologica nel convincere le vittime a procedere con un pagamento anticipato, sfruttando la paura di perdere un’opportunità vantaggiosa.
Le indagini hanno evidenziato la pericolosità di queste truffe online, che, approfittando della crescente popolarità dei mercati virtuali per la compravendita di beni usati, colpiscono persone in cerca di occasioni, spesso ignare dei rischi connessi.
L’operazione dei Carabinieri sottolinea l’importanza di una maggiore vigilanza da parte degli utenti e la necessità di segnalare prontamente qualsiasi attività sospetta alle autorità competenti.
La vicenda solleva inoltre interrogativi sulla sicurezza dei dati personali online e sulla necessità di rafforzare i controlli per prevenire e contrastare questo tipo di crimini informatici, che possono avere conseguenze economiche e psicologiche significative per le vittime.