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sabato 8 Novembre 2025

Truffe online: due minorenni sfruttano una persona vulnerabile.

L’evoluzione delle dinamiche sociali digitali ha, purtroppo, generato nuove forme di sfruttamento e manipolazione, come dimostra un recente episodio avvenuto a Nova Ponente, che ha visto coinvolti due minorenni denunciati dai Carabinieri per truffa e coercizione.

L’accusa si fonda su una vicenda complessa che rivela una premeditazione e una crudeltà particolarmente disturbanti.
I due ragazzi, agendo con astuzia e un’apparente consapevolezza delle proprie azioni, hanno creato un profilo falso sui social media, impersonando una giovane donna.

Questo artificio ha permesso loro di avvicinare una persona con disabilità intellettiva, instaurando un rapporto di fiducia apparente.

L’obiettivo era quello di estorcere denaro e beni, sfruttando la vulnerabilità della vittima.
Il 24 ottobre, la vittima, animato dalla speranza di un incontro reale con la persona che aveva conosciuto online, si è recato in città.

La sua ingenuità è stata brutalmente sfruttata: al luogo dell’appuntamento si sono presentati i due indagati, i quali, ricorrendo a pressioni psicologiche e intimidazioni, lo hanno costretto a consegnare il portafogli contenente 350 euro, documenti di identità e una carta bancomat.

La coercizione non si è fermata alla sottrazione del denaro; i minori hanno costretto la vittima a effettuare ulteriori acquisti a loro vantaggio, aggravando ulteriormente la gravità del reato.

La vicenda non si è conclusa con l’estorsione iniziale.

Nei giorni successivi, i due ragazzi hanno proseguito le loro attività fraudolente, inviando messaggi minacciosi e rivendicando un ingiustificabile pagamento di 10.000 euro.

Questo comportamento ulteriore evidenzia una premeditazione e una spietatezza che lasciano sgombero il campo da qualsiasi attenuante.
La denuncia è stata presentata all’Autorità giudiziaria minorile, che ha immediatamente avviato un’indagine rapida e accurata.

Il comandante della Compagnia di Bolzano, tenente colonnello Stefano Esposito Vangone, ha elogiato la tempestività e la professionalità dei Carabinieri, sottolineando l’importanza di un intervento immediato per proteggere le persone più vulnerabili.
Questo caso solleva interrogativi cruciali sulla sicurezza online, la necessità di educazione digitale e la responsabilità sociale nell’utilizzo dei social media, soprattutto in relazione alla protezione dei soggetti più deboli e vulnerabili, vittime troppo spesso di dinamiche predatorie e strumentali.
L’episodio, inoltre, impone una riflessione più ampia sul ruolo della famiglia e della scuola nella formazione di una coscienza civile e nell’insegnamento dei valori del rispetto e dell’empatia.

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