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Addio a Sandro Angelucci, pilastro dell’Alto Adige.

Sandro Angelucci, figura di spicco nel panorama economico, sociale e politico altoatesino, si è spento nella notte scorsa all’età di 87 anni.
La sua scomparsa lascia un vuoto significativo in una comunità che ha costantemente visto in lui un punto di riferimento per impegno civile, visione economica progressista e profonda sensibilità sociale.
La sua carriera professionale si è intrecciata in modo indissolubile con lo sviluppo del territorio.
Per anni, Angelucci ha ricoperto ruoli di primaria importanza all’interno della Fondazione Cassa di Risparmio, culminando nelle vesti di vice presidente e, in seguito, di presidente ad interim, contribuendo in maniera determinante alla gestione e alla direzione strategica dell’istituzione.

Il suo contributo cruciale nel definire l’accordo con la Popolare di Lodi, un’operazione complessa e di vasta portata, gli ha fatto ottenere, insieme a Hans Rubner, un riconoscimento prestigioso da parte della stessa Fondazione.
Questa iniziativa, che ha mirato a preservare l’autonomia e la vocazione sociale della Cassa, riflette l’approccio pragmatico e lungimirante che ha sempre caratterizzato l’operato di Angelucci.

Al di là del suo ruolo economico, Angelucci è stato una voce autorevole e influente nella sinistra bolzanina, un intellettuale impegnato nel dibattito pubblico.
La sua esperienza politica si è concretizzata in un ruolo di consigliere comunale e in una candidatura alle elezioni politiche del 2008 con la Sinistra Arcobaleno, in una sfida diretta contro il senatore uscente Oskar Peterlini.
Questa scelta dimostra il suo desiderio di portare avanti le sue idee anche all’interno del contesto parlamentare, al servizio della comunità.

La sua dedizione non si è limitata all’ambito economico e politico.

Angelucci ha sempre nutrito una profonda passione per la formazione e la cooperazione, valori che hanno permeato il suo impegno sociale.
La sua leadership come segretario della Cgil Scuola testimonia la sua attenzione alle questioni legate al lavoro, all’istruzione e alla tutela dei diritti dei lavoratori, elementi imprescindibili per una società equa e inclusiva.
Gli ultimi anni sono stati segnati da un progressivo declino delle sue condizioni di salute, che non hanno scalfito, tuttavia, la sua lucidità e la sua passione per il territorio.

La scomparsa, avvenuta nella sua abitazione, è stata accolta con profondo dolore da familiari e amici, con la consueta professionalità dell’assistenza del Centro Cure Palliative.

Lascia nel dolore il figlio Marco, giornalista e caposervizio del Corriere dell’Alto Adige, testimone diretto del suo impegno e della sua visione del mondo.
La sua eredità, fatta di rigore intellettuale, impegno civile e profonda umanità, continuerà a ispirare le future generazioni.

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