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sabato 1 Novembre 2025

Alto Adige: Scontro tra Lupi, Orsi e Tradizioni Montane

Un’analisi approfondita del sentimento altoatesino: tra conservazione alpina e convivenza difficile con i grandi predatoriUn recente sondaggio condotto dall’Istituto provinciale di statistica Astat rivela un quadro di marcato dissenso nella popolazione altoatesina riguardo al ritorno dei lupi e degli orsi, evidenziando un conflitto di interessi profondamente radicato tra la tutela della biodiversità e la salvaguardia delle tradizioni agricole montane.

I dati, che mostrano un’adesione negativa pari al 72% per i lupi e all’87% per gli orsi, riflettono una preoccupazione diffusa che va oltre la semplice paura, abbracciando aspetti economici, sociali e culturali.
L’assessore provinciale all’agricoltura, foreste e turismo, Luis Walcher, sottolinea come i risultati siano un chiaro segnale che impone di dare priorità alla conservazione delle malghe e degli alpeggi, attività fondamentali per l’identità e l’economia della regione.

Questa affermazione sottolinea una visione pragmatica che pone la sopravvivenza dell’alpicoltura e dell’agricoltura di montagna al di sopra della mera protezione della fauna selvatica, aprendo la strada a politiche di gestione che potrebbero includere regolamentazioni più stringenti, e, in casi estremi, l’abbattimento controllato degli esemplari considerati problematici.
L’ampio consenso per una regolamentazione del prelievo, con l’87% degli intervistati a favore, indica una volontà di trovare un equilibrio, ma evidenzia anche una tolleranza limitata verso comportamenti predatori che minacciano la sicurezza delle persone e del bestiame.
La priorità attribuita alla tutela degli alpeggi, condivisa dall’86% della popolazione, riflette un legame storico e culturale inestricabile con le attività zootecniche, che risulterebbe gravemente compromesso da una presenza incontrollata dei grandi predatori.
L’analisi sociodemografica rivela una correlazione significativa tra il luogo di residenza e le opinioni espresse.

La popolazione dei piccoli comuni, più esposta ai rischi percepiti e più dipendente dalle attività agricole, manifestra un livello di criticità molto più elevato rispetto agli abitanti del capoluogo di Bolzano.

Questa differenza suggerisce che la prossimità fisica e la dipendenza economica dalle risorse naturali amplificano la percezione del rischio e la richiesta di misure di protezione.
Un aspetto particolarmente rilevante è la maggiore avversione nei confronti degli orsi rispetto ai lupi, un sentimento condiviso in tutte le fasce sociodemografiche.

L’orso è percepito come una minaccia più diretta per l’uomo dall’83% degli intervistati, mentre il lupo desta timori nel 69%.

Questa differenza può essere attribuita a una combinazione di fattori, tra cui la maggiore forza fisica dell’orso, la sua tendenza a muoversi in aree frequentate dall’uomo e la sua capacità di infliggere danni ingenti al bestiame.
Il sondaggio indica, inoltre, che la principale preoccupazione legata alla presenza dei grandi predatori riguarda il rischio per gli animali al pascolo, seguita dalla paura per le persone che si trovano in compagnia di cani e per i bambini.
Questi dati rafforzano l’urgenza di implementare misure di prevenzione e protezione, come recinzioni elettrificate, cani da guardiania e programmi di educazione alla sicurezza, al fine di ridurre al minimo i conflitti tra uomo e fauna selvatica e garantire la sostenibilità delle attività agricole tradizionali.

La sfida, per l’amministrazione provinciale, sarà quella di bilanciare le esigenze di conservazione ambientale con le preoccupazioni legittime della popolazione locale, trovando soluzioni innovative e condivise che permettano di preservare sia la biodiversità che l’identità culturale dell’Alto Adige.

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