L’autunno si appresta a tingere i pendii alpini, mentre le ultime uve resistono ancora sui filari, ma il verdetto è già chiaro: l’annata 2025, nonostante le sfide imposte da un’estate meteorologicamente turbolenta, si configura come un’annata di qualità per i vini altoatesini.
In particolare, i rossi si preannunciano ricchi di sapore e struttura, mentre i bianchi, seppur più delicati rispetto alle produzioni recenti, esprimono eleganza e finezza.
Questa valutazione proviene direttamente da Vini Alto Adige, un’istituzione che rappresenta l’eccellenza vitivinicola della regione.
L’andamento dell’annata 2025 è stato un complesso intreccio di eventi climatici contrastanti, un quadro che ha messo a dura prova l’esperienza e l’ingegno dei viticoltori.
L’inverno, caratterizzato da temperature miti, ha regalato alle viti una partenza promettente, con una fioritura rigogliosa e anticipata.
Sembrava quasi che la natura volesse risarcire le perdite subite nell’anno precedente.
“Le viti hanno mostrato una vivacità eccezionale,” conferma Lukas Ploner, stimato enologo dell’Abbazia di Novacella, “come se fossero desiderose di recuperare il terreno perduto.
” Tuttavia, questa iniziale promessa è stata presto mitigata da una serie di imprevisti.
La fioritura, pur abbondante, ha visto le piante autoregolarsi, limitando la produzione in maniera quasi istintiva.
Un giugno torrido, con ondate di calore intense, ha ceduto il passo a un luglio freddo e piovoso, per poi culminare in un agosto segnato da picchi di temperature elevate.
Questa sequenza di eventi estremi ha generato un profondo stress per le piante e un notevole impegno per i viticoltori.
“Le viti, come noi esseri umani, necessitano di un adattamento graduale alle variazioni termiche,” spiega Matthias Bernhart, rinomato produttore di Ansitz Mairhof a Parcines.
“Un’impennata di calore improvvisa, dopo un periodo di freddo, può innescare un vero e proprio stress termico, compromettendo la qualità delle uve.
“La variabilità climatica ha imposto scelte agronomiche precise e un monitoraggio costante dei vigneti.
La gestione dell’acqua, la protezione dalle intemperie e la regolazione della chioma sono state pratiche essenziali per garantire la salute delle piante e preservare il potenziale delle uve.
L’esperienza dei viticoltori, unita all’applicazione di tecniche innovative, ha permesso di superare le difficoltà e di ottenere un risultato che, seppur con le sue peculiarità, si prospetta di pregio.
L’annata 2025 rappresenta quindi un esempio lampante della resilienza della viticoltura altoatesina e della sua capacità di trasformare le sfide in opportunità, producendo vini che incarnano l’identità unica di questo territorio.










