La provincia autonoma, in un’ottica di transizione energetica responsabile e attenta alla salvaguardia del territorio, si appresta a rinnovare le concessioni per la gestione di sette centrali idroelettriche di rilevanza strategica.
Si tratta di impianti di derivazione d’acqua con una potenza nominale media annua superiore a tre megawatt, specificamente le centrali di Premesa, Brunico, Ponte Gardena-Barbiano, Naturno, Vizze, Marlengo e Curon, le cui concessioni attuali hanno termine a fine agosto 2025.
La decisione di procedere con una fase di continuità gestionale, formalizzata con una richiesta alla Giunta provinciale del 5 dicembre, riflette la complessità e i tempi necessari per l’espletamento delle procedure di gara per la riassegnazione.
Tale sospensione, regolata dall’articolo 52 della legge provinciale 20/2023, mira a garantire una transizione fluida, evitando interruzioni nella produzione di energia e minimizzando i rischi per il territorio.
L’assessore provinciale all’Energia, Peter Brunner, sottolinea l’importanza di questa misura, evidenziando che la riassegnazione delle concessioni è un processo articolato che richiede un’analisi approfondita e una valutazione accurata delle offerte.
Mantenere la gestione attuale, in regime di proroga, assicura la continuità operativa delle centrali, garantendo la sicurezza degli impianti, la tutela ambientale e la corretta manutenzione dei bacini idrici.
Questo approccio proattivo è essenziale per preservare non solo l’integrità delle infrastrutture, ma anche per assicurare il flusso costante delle risorse finanziarie derivanti dalla produzione idroelettrica, destinate a investimenti pubblici e servizi per la collettività.
L’impatto di queste centrali è considerevole: insieme, generano una produzione annua teorica di circa 1.099 gigawattora, rappresentando una quota significativa, pari al 13%, della produzione lorda di energia elettrica dell’Alto Adige.
Si tratta di un contributo cruciale per la sicurezza energetica della regione e per il perseguimento degli obiettivi di decarbonizzazione, in linea con gli impegni internazionali per la mitigazione del cambiamento climatico.
La continuità operativa di questi impianti è quindi un elemento chiave per consolidare il ruolo dell’Alto Adige come regione all’avanguardia nella produzione di energia rinnovabile e nella promozione di un modello di sviluppo sostenibile.
La proroga della concessione, pertanto, non è una semplice questione amministrativa, ma un atto di responsabilità volto a bilanciare le esigenze di transizione energetica, la salvaguardia del territorio e il benessere della comunità, assicurando che il patrimonio idroelettrico dell’Alto Adige continui a contribuire attivamente al futuro energetico della regione.








