L’andamento dell’export altoatesino nel terzo trimestre del 2025 rivela una dinamica complessa, caratterizzata da una crescita annuale del 2% che porta il valore complessivo a sfiorare i due miliardi di euro.
Nonostante questo segnale positivo, l’analisi dei primi nove mesi dell’anno, con un export che si attesta a 5,8 miliardi di euro (-0,3% rispetto allo stesso periodo del 2024), mette in luce fragilità strutturali e crescenti incertezze che richiedono un’attenta riflessione strategica.
La performance disomogenea tra i mercati di sbocco rappresenta un elemento di particolare attenzione.
La Germania e l’Austria, pilastri fondamentali dell’export provinciale (circa il 40% del totale), registrano rallentamenti significativi, erodendo la stabilità complessiva.
L’introduzione di dazi protezionistici sul mercato statunitense sta iniziando a manifestare i suoi effetti negativi, aggiungendo ulteriore pressione sulle aziende altoatesine.
Sebbene si osservino segnali incoraggianti provenienti da Francia e Svizzera, e l’apertura verso nuovi territori come l’Europa orientale, l’Africa e l’America centro-meridionale rappresenti un’opportunità inesplorata, questi progressi non compensano ancora le difficoltà incontrate nei mercati tradizionali.
In un contesto globale segnato da una crescente instabilità geopolitica e da tensioni commerciali, la resilienza dimostrata dalle imprese altoatesine – la loro capacità di adattamento e ricerca di nuovi sbocchi – costituisce un elemento di forza.
Tuttavia, per consolidare questa resilienza e promuovere una crescita sostenibile, è imperativo adottare misure mirate a rafforzare la competitività internazionale.
In particolare, la questione dei costi energetici, che in Italia rimangono sensibilmente più elevati rispetto ad altri paesi europei (Spagna) e globali (USA, Cina), necessita di un intervento urgente e strutturale.
L’adozione di politiche energetiche più competitive non solo ridurrebbe i costi per le imprese, ma migliorerebbe anche la loro capacità di competere sui mercati internazionali.
L’approvazione rapida dell’accordo di libero scambio Mercosur rappresenta un’opportunità strategica per diversificare ulteriormente i mercati di esportazione.
Parallelamente, è fondamentale che l’Unione Europea intensifichi gli sforzi per abbattere le barriere commerciali interne, promuovendo un mercato unico veramente libero.
L’export altoatesino è il motore primario di crescita economica e di creazione di valore per l’intera regione.
La concentrazione dell’export nelle mani delle prime 100 aziende, responsabili di circa l’80% del totale, sottolinea la centralità delle imprese consolidate e la loro capacità di generare ricchezza.
Tuttavia, è altrettanto cruciale supportare le piccole e medie imprese (PMI) nel loro percorso di internazionalizzazione, riconoscendo il loro potenziale inespresso.
La creazione di programmi di mentoring, l’accesso facilitato a finanziamenti agevolati e la promozione di reti di collaborazione internazionale possono contribuire a colmare il divario e a distribuire i benefici della crescita su una base più ampia.
Infine, investimenti in ricerca e sviluppo, promozione dell’innovazione e formazione di personale qualificato si presentano come fattori imprescindibili per garantire la competitività a lungo termine del tessuto imprenditoriale altoatesino.








