venerdì 5 Settembre 2025
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Funivia delle Mele: Innovazione Agroalimentare e Sostenibilità in Trentino

Nel cuore della Val di Non, in Trentino, si erge un’innovazione che ridefinisce i paradigmi del trasporto agroalimentare: la Funivia delle Mele, un’infrastruttura unica al mondo.
Questo avveniristico impianto, frutto di una visione lungimirante e di un investimento strategico, si configura come un esempio emblematico di come l’agricoltura possa abbracciare la transizione ecologica senza compromettere l’efficienza e la qualità della produzione.
Lungi dall’essere un mero collegamento fisico, la funivia rappresenta un ecosistema integrato di soluzioni sostenibili.
Con una lunghezza di 1,3 km, connette una sala di lavorazione di Predaia a celle ipogee ricavate nel cuore della miniera di Rio Maggiore, a una profondità di 900 metri e ad un’altitudine di 575 metri sul livello del mare.
Questo percorso, precedentemente dominato da un intenso traffico di camion, viene ora percorso da carrelli dedicati al trasporto di mele appena raccolte, riducendo drasticamente l’impatto ambientale e ottimizzando la logistica.

L’iniziativa, finanziata in parte dal programma europeo Next Generation EU, dimostra come i fondi del PNRR possano incentivare la profonda trasformazione del settore primario.

Non si tratta solo di un investimento in infrastrutture, ma di una riconfigurazione del sistema produttivo, in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione e di economia circolare promossi dall’Unione Europea.

La scelta di utilizzare le cave dismesse per lo stoccaggio della frutta, affiancata all’impiego di energie rinnovabili e all’irrigazione a goccia, testimonia un approccio olistico alla sostenibilità.

La Funivia delle Mele non è solo un’opera italiana, ma un vero e proprio *made in Italy* che unisce competenze ingegneristiche all’avanguardia e maestria artigianale.
La collaborazione tra il Consorzio Melinda, leader nella produzione di mele, e il gruppo Leitner, specialista globale nell’impiantistica a fune, ha dato vita a un progetto innovativo che ridefinisce gli standard del settore.
Ernesto Seppi, presidente di Melinda e Apot, sottolinea come questa iniziativa si inserisca in un percorso di sostenibilità già intrapreso da anni, che ha visto l’adozione di pratiche agricole avanzate per la tutela delle risorse naturali e la riduzione dell’impronta ecologica.
L’impianto a fune, in questo contesto, rappresenta un ulteriore passo avanti verso un modello di agricoltura resiliente e rispettosa dell’ambiente, un esempio virtuoso di come le risorse pubbliche possano essere utilizzate per promuovere l’eccellenza italiana e la transizione verso un futuro più sostenibile.

La diminuzione dei viaggi in camion non solo riduce le emissioni di CO2, ma libera anche risorse umane e finanziarie che possono essere reinvestite nell’innovazione e nella qualità del prodotto.

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