Il primo assalto ai saldi estivi in Trentino suggerisce un segnale di ripresa per il commercio locale, sebbene incastonato in un quadro economico nazionale tutt’altro che roseo. Ivan Baratella, presidente dei Commercianti del Trentino e rappresentante di Confesercenti, sottolinea l’importanza di questa vetrina per le attività commerciali, pur riconoscendo la persistente cautela dei consumatori.Il contesto nazionale, tuttavia, solleva serie preoccupazioni. I dati Istat di maggio rivelano una contrazione delle vendite al dettaglio dello 0,4% rispetto al mese precedente, una diminuzione ancora più marcata in termini di volume (-0,9% rispetto a maggio 2024). Le proiezioni di Confesercenti dipingono un secondo trimestre in recessione (-0,7%), con il rischio concreto che il 2025 diventi il quarto anno consecutivo di calo delle vendite, un andamento particolarmente pesante per il tessuto economico del paese.La situazione si fa ancor più complessa per le piccole superfici commerciali, spina dorsale del commercio di prossimità. Le stime di Baratella evidenziano una perdita significativa del 2% in termini di volume rispetto a maggio e un declino complessivo del 2,3% nei primi cinque mesi dell’anno. Anche il settore alimentare, tradizionalmente considerato un’ancora di salvezza in tempi di crisi, mostra segni di cedimento, registrando una contrazione quasi pari al punto percentuale dall’inizio dell’anno.Questa tendenza, profondamente radicata, sta erodendo il tessuto commerciale trentino. Assistiamo a una progressiva desertificazione dei centri urbani, con la scomparsa dei negozi di vicinato, elementi vitali che contribuiscono a rendere vivi e attrattivi i nostri centri storici. La perdita di questi presidi commerciali rischia di compromettere l’identità e la vitalità delle comunità locali.Nonostante le avversità, i saldi continuano a esercitare un fascino sui consumatori. Il sondaggio congiunto Confesercenti-IPSOS rivela che oltre la metà degli italiani ha in programma acquisti durante questo periodo, generando un giro d’affari nazionale stimato in circa 3,5 miliardi di euro. Il budget medio previsto si attesta intorno ai 218 euro, con una spesa prevalente tra i 100 e i 200 euro.Questi numeri testimoniano l’apprezzamento diffuso per i saldi, anche in un’epoca di crescente attenzione alla gestione delle finanze personali. La provincia autonoma di Trento offre ai commercianti una notevole autonomia nell’organizzazione dei saldi, con l’unica condizione di rispettare un intervallo minimo di 60 giorni tra un periodo di scontistica e l’altro. Questa flessibilità, pur essendo un vantaggio competitivo, ha paradossalmente contribuito a diluire l’impatto comunicativo e la percezione di valore dei saldi stessi.Le calzature rimangono i prodotti più richiesti durante i saldi 2025, seguite da magliette e top e da pantaloni e gonne. In media, chi partecipa ai saldi intende acquistare quasi quattro articoli, selezionati con cura e attenzione al rapporto qualità-prezzo, a testimonianza di una consapevolezza sempre maggiore da parte dei consumatori. L’analisi del comportamento d’acquisto suggerisce un’evoluzione verso una maggiore razionalità e una ricerca di valore duraturo, elementi cruciali per il futuro del commercio al dettaglio.
Saldi estivi in Trentino: segnali di ripresa tra incertezze economiche
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