La sfida abitativa in Trentino si configura come un nodo cruciale per il futuro sociale ed economico della regione.
L’aumento vertiginoso dei costi immobiliari, amplificato dalla pressione turistica persistente anche nelle zone montane e dalla scarsità di suolo edificabile, rende sempre più difficile per una fetta crescente della popolazione assicurarsi un alloggio dignitoso.
Questo quadro complesso emerge con chiarezza dal recente Rapporto Euricse, frutto di una ricerca approfondita realizzata in collaborazione con istituzioni chiave come la Libera Università di Bolzano e la Provincia autonoma di Trento.
Il mercato immobiliare trentino ha visto incrementi significativi: il costo medio al metro quadro ha superato i 3.
200 euro, con un aumento del 9,5% in un solo anno, mentre i canoni di affitto hanno varcato la soglia degli 11 euro al metro quadro.
Questa escalation dei prezzi si traduce in una situazione di precarietà abitativa per circa il 35% delle famiglie, costrette a destinare oltre il 40% del proprio reddito all’affitto o al mutuo.
Le fasce più vulnerabili – giovani, lavoratori precari, anziani soli e famiglie monogenitoriali – sono quelle che risentono maggiormente di questa situazione, con ripercussioni negative sulla qualità della vita e sulle opportunità di sviluppo personale e professionale.
La crescita demografica, con un saldo positivo di 3.
500 nuovi residenti tra il 2023 e il 2024, aggrava ulteriormente il disequilibrio tra domanda e offerta abitativa, creando una frattura sociale sempre più ampia.
L’assessore provinciale alle politiche per la casa, Simone Marchiori, sottolinea la necessità di un approccio integrato che coinvolga attivamente il settore pubblico, il privato e le comunità locali, trasformando questa sfida in un’opportunità di innovazione sociale e sviluppo sostenibile.
Le iniziative provinciali, come il bando “prima casa” per i giovani, l’agevolazione dei tassi di mutuo per la riqualificazione energetica e la riqualificazione del patrimonio edilizio pubblico dismesso (progetti Ri Urb, Ri Val e un programma sperimentale per le aree a rischio spopolamento), rappresentano un primo passo in questa direzione.
Si preannuncia inoltre un impulso significativo al settore delle cooperative edilizie e un incentivo al recupero di alloggi privati sfitti attraverso contributi mirati, con il coinvolgimento di enti del Terzo settore.
Riccardo Bodini, direttore di Euricse e coordinatore scientifico del progetto, evidenzia come l’abitazione sia un elemento fondamentale per lo sviluppo economico e l’inclusione sociale, e come le cooperative di abitazione possano svolgere un ruolo chiave, guardando anche all’esperienza positiva di paesi come Austria, Germania e Svizzera.
Il Rapporto Euricse elabora raccomandazioni concrete, articolate su quattro assi principali.
In primo luogo, è necessario potenziare l’offerta di edilizia residenziale pubblica e sociale, garantendo alloggi a canoni accessibili e rispondendo ai bisogni delle fasce più deboli, con particolare attenzione alle aree più tensionate.
In secondo luogo, occorre regolamentare in modo più equilibrato il mercato degli affitti privati, incentivando i contratti a lungo termine, offrendo garanzie ai proprietari e limitando l’esasperazione degli affitti brevi, soprattutto nelle zone turistiche.
In terzo luogo, le politiche abitative devono essere adattate alle specificità territoriali, differenziando gli interventi tra aree a rischio di spopolamento e territori con forte domanda abitativa, garantendo servizi essenziali e promuovendo una mobilità sostenibile.
Infine, è cruciale sostenere lo sviluppo della cooperazione abitativa, per facilitare l’accesso alla proprietà, promuovere la diversità sociale nei quartieri, recuperare il patrimonio edilizio inutilizzato e favorire l’offerta di alloggi in affitto a lungo termine nel mercato privato.
L’obiettivo finale è quello di creare un sistema abitativo più equo, inclusivo e sostenibile, che contribuisca a rafforzare il tessuto sociale e a garantire un futuro prospero per l’intera regione.