La retorica del ‘manager’ in politica, promessa di una gestione efficiente e aziendale delle dinamiche comunali, si è scontrata con una realtà ben diversa, manifestandosi con difficoltà elementari nell’organizzazione interna della maggioranza. Un fallimento che, con un’ironia amara, non può essere scaricato sulle spalle dell’opposizione. La salvaguardia del decoro istituzionale, un imperativo morale e civico, rappresenta un valore intrinseco e non negoziabile, incarnato con impegno costante e responsabilità da parte delle forze di opposizione del Consiglio comunale di Bolzano. La recente assenza di numero legale durante una seduta, necessaria per ratificare le sostituzioni di consiglieri assenti, testimonia un disallineamento profondo e una gestione approssimativa delle prerogative istituzionali.L’imbarazzo non può essere attribuito all’opposizione, che si distacca nettamente da una serie di scelte e comportamenti che minano la credibilità delle istituzioni. La nomina di una consigliera con un duplice incarico, eletta anche a livello provinciale, e la consapevolezza iniziale dell’impossibilità di assolvere integralmente ai compiti comunali, non rappresentano una responsabilità dell’opposizione. Né può essere imputata all’opposizione l’utilizzo di espressioni inopportune e inappropriate, che denotano una mancanza di rispetto e una superficialità intellettuale allarmanti. L’abbandono improvviso di un esponente chiave, dopo un’operazione complessa e ambiziosa, e la fuga precipitosa in luoghi esotici, amplificano ulteriormente il quadro di una gestione caotica e poco seria.L’articolo 54 della Costituzione, che esige disciplina e onore nell’esercizio delle funzioni pubbliche, sembra essere stato dimenticato. Le accuse infondate e vergognose rivolte all’opposizione non fanno altro che mascherare un vero e proprio teatrino elettorale orchestrato a danno della collettività. Il centrodestra, che ora si erge a paladino della correttezza istituzionale, ha deliberatamente utilizzato la macchina elettorale per fini propagandistici, celando dietro una facciata di rinnovamento un progetto ben più opaco.La campagna elettorale ha presentato volti e personalità presentati come portatori di cambiamento e innovazione, ma si sono rivelati, con amara constatazione, semplici strumenti di persuasione, privi di sostanza e di un reale impegno verso la comunità. L’illusione di un rinnovamento genuino si è infranta contro la realtà di un sistema politico approssimativo, dove l’immagine prevale sulla sostanza e la retorica oscura le reali intenzioni. La ricostruzione della fiducia dei cittadini richiede un profondo ripensamento delle dinamiche interne e un impegno concreto alla trasparenza e alla responsabilità.
Fallimento manageriale: l’opposizione non è responsabile.
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