Il Festival dell’economia di Trento, una delle vette del calendario provinciale, sembra essere ormai divenuto un’occasione sempre più politicizzata, lontana da quel progetto originale che mirava a coniugare la riflessione scientifica e culturale con le esigenze di sviluppo economico della regione. Non è più possibile negare il fatto che l’Esecutivo provinciale abbia ormai impresso il proprio sigillo su questo evento, riducendolo praticamente a una passerella per la presentazione delle proprie iniziative politiche e amministrative. A fronte dei tre Premi Nobel dell’economia invitati, ben sedici componenti dell’Esecutivo saranno presenti fisicamente o in videocollegamento, con due vice-premier fra questi. Ciò che sembra perdersi di vista è proprio lo spirito originario del Festival, ormai soffocato dalla propaganda e dall’accento politico. La consigliera provinciale del Pd, Lucia Maestri, solleva una critica importante sul piano della programmazione dell’evento, in quanto il contenuto scientifico e culturale viene a essere messo in secondo piano rispetto agli obiettivi di consenso e propaganda politica. In tal modo, l’appuntamento che un tempo rappresentava il vertice della cultura economica regionale sembra declinare verso una prospettiva meno alta e nobilitante.
Il Festival dell’economia diventa sempre più un evento politico in Trento.
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