La vicenda della panchina rossa di Merano, al centro di un’aspra contestazione, risuona come un campanello d’allarme sull’uso distorto della memoria e sulla strumentalizzazione emotiva in politica. La Südtiroler Volkspartei (SVP) esprime la sua ferma solidarietà alla sindaca Katharina Zeller, vittima di un’onda di polemiche infondata, derivante dalla rimozione, apparentemente non intenzionale, della targa bilingue che accompagnava l’arredo urbano.La panchina rossa, più che un semplice elemento di arredo, rappresenta un potente simbolo di una ferita aperta nel tessuto sociale italiano: la violenza di genere. Un problema endemico, che affligge il Paese e che richiede un impegno costante e una sensibilizzazione diffusa. Tentare di svilire questo messaggio profondo, relegandolo a una questione di mera identità linguistica, è un atto di profonda disonestà intellettuale e una mancanza di rispetto nei confronti delle donne che hanno subito violenza.Le accuse mosse, in particolare da esponenti di Fratelli d’Italia, che insinuano un intento politico dietro la rimozione della targa, sono non solo infondate ma rivelano una pericolosa tendenza a manipolare la paura e l’identità per fini elettorali. Sfruttare il dolore e la vulnerabilità delle vittime di violenza per screditare un avversario politico è un gesto di squallida meschinità e un’offesa alla dignità umana.La pronta e trasparente risposta della sindaca Zeller, che ha immediatamente riconosciuto l’errore e disposto la reinstallazione della targa bilingue, testimonia la sua serietà e il suo impegno verso una comunicazione inclusiva e rispettosa delle diverse comunità linguistiche presenti in Alto Adige. L’ulteriore iniziativa di affiggere un cartello esplicativo in italiano, a cura del Comune, rafforza ulteriormente questo approccio.La SVP condanna con fermezza l’ondata di commenti d’odio che si è scatenata sui social media, una vera e propria spirale di violenza verbale che non può essere tollerata. L’anonimato offerto dalle piattaforme online spesso incoraggia comportamenti irresponsabili e offensivi, ma non può essere utilizzato come scusa per diffondere odio e incitamento alla violenza. L’esplicita offerta di supporto alla sindaca Zeller, qualora intendesse adire le vie legali per denunciare gli attacchi subiti, sottolinea la determinazione della SVP a difendere i propri esponenti da strumentalizzazioni e calunnie. La protezione della dignità e della sicurezza delle figure pubbliche è un dovere imprescindibile per garantire un clima di rispetto e di fiducia nella vita politica. La vicenda della panchina rossa di Merano si configura quindi come un monito a difendere i valori della solidarietà, della giustizia e dell’inclusione, contrastando ogni forma di intolleranza e di strumentalizzazione emotiva.
Panchina Rossa: Memoria, Politica e Violenza di Genere
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