La recente sentenza della Corte Costituzionale, che ha invalidato la legislazione trentina relativa al limite dei mandati per il Presidente Maurizio Fugatti, solleva interrogativi profondi e potenzialmente destabilizzanti per l’intero sistema di autonomia differenziata, con implicazioni dirette e pressanti per l’Alto Adige.
L’ex senatore Karl Zeller, figura di spicco del partito Südtiroler Volkspartei, esprime con chiarezza la gravità della situazione, definendola un “pericoloso precedente” che mina le fondamenta stesse dell’Autonomia.
La decisione della Consulta, secondo Zeller, non si limita a un mero dettaglio procedurale, ma incide direttamente sul principio cardine che riconosce alle regioni a statuto speciale la capacità di auto-governo.
Se il potere centrale può ingerirsi nella definizione di aspetti così cruciali come la durata in carica dei rappresentanti eletti, allora l’Autonomia perde ogni sostanza, trasformandosi in un mero esercizio formale privo di reale efficacia.
La preoccupazione di Zeller si estende al di là del caso specifico del Trentino-Alto Adige.
Egli teme che questa sentenza possa aprire la strada a un’interpretazione sempre più restrittiva dell’autonomia, legittimando un controllo centralizzato che potrebbe estendersi ad altre competenze primarie conferite alle regioni speciali.
Un giudice, animato da una visione centralista, potrebbe, in futuro, contestare la validità di atti normativi regionali, sostenendo che essi siano conformi solo se in linea con la legislazione nazionale.
Questo scenario comprometterebbe seriamente la capacità delle regioni di rispondere in modo autonomo alle esigenze specifiche dei propri cittadini e territori.
L’impatto della “sentenza Fugatti” si fa sentire anche in Alto Adige, dove la limitazione a tre mandati per il Presidente della Giunta e gli assessori è una norma vigente.
La peculiarità del sistema politico locale, che vede il Presidente eletto non direttamente dal corpo elettorale, bensì dal Consiglio provinciale, per garantire una corretta rappresentanza dei gruppi linguistici, rende particolarmente delicata la situazione.
Questa modalità di elezione, che costituisce un elemento distintivo e fondamentale dell’autonomia altoatesina, potrebbe essere messa in discussione a seguito della sentenza.
Il Consiglio provinciale è quindi chiamato ad agire con urgenza, modificando al più presto la legislazione elettorale locale.
L’inerzia potrebbe portare all’impugnazione della Giunta stessa, aprendo un contenzioso legale potenzialmente lungo e costoso.
Nonostante l’appello all’azione immediata, Zeller sottolinea l’importanza di attendere la pubblicazione delle motivazioni della Corte Costituzionale, al fine di comprendere appieno le implicazioni della sentenza e valutare le possibili contromisure da adottare.
L’analisi approfondita delle ragioni che hanno portato alla decisione della Consulta è essenziale per formulare una risposta adeguata e difendere il principio dell’autonomia speciale.







