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lunedì 27 Ottobre 2025

Vittorio Tiralongo: Süd-Tiroler Freiheit contro l’etichetta vittima del terrorismo

La Süd-Tiroler Freiheit (Stf) solleva un’aspra contestazione riguardo alla designazione ufficiale di Vittorio Tiralongo, carabiniere deceduto nel 1964 a Selva dei Molini, come vittima del terrorismo.

Questa etichetta, a loro avviso, trascende la mera disaccordo storico, configurandosi come una deliberata distorsione della verità e una profonda ingiustizia nei confronti di coloro che lottarono per l’autodeterminazione del Sudtirolo.

L’omicidio di Tiralongo, irrisolto a distanza di decenni, rimane un nodo cruciale nella complessa narrazione storica dell’Alto Adige.

Le indagini, spesso oscurate e contraddittorie, hanno generato una pluralità di versioni, alcune delle quali mettono in discussione l’attribuzione del delitto ai Pusterer Buam, il gruppo che, secondo la versione ufficiale, avrebbe perpetrato una serie di attentati negli anni Sessanta.

Un elemento significativo in questa revisione critica emerge dalle testimonianze interne alle forze dell’ordine.
Dichiarazioni di ex carabinieri, come quella di Bruno Budroni riportata dalla Bayerischer Rundfunk nel 2009, suggeriscono scenari alternativi, indicando una possibile lite tra Tiralongo e un superiore come causa della sua morte.
Queste affermazioni, lungi dall’essere semplici illazioni, rappresentano un elemento chiave per la riapertura del caso e la revisione delle indagini.
La classificazione ufficiale di Tiralongo come vittima del terrorismo, e il conseguente sostegno economico alla sua famiglia, si configura, secondo la Stf, come una perpetuazione di una narrativa forzata e ingannevole.
Questa designazione, a distanza di oltre sessant’anni, non solo perpetua un’interpretazione parziale della storia, ma offende la memoria di coloro che si sono battuti per la legittima aspirazione all’autonomia del Sudtirolo, spesso ingiustamente etichettati come terroristi.

Il consigliere provinciale Sven Knoll sottolinea con forza come questa rappresentazione distorta della realtà costituisca una falsificazione della storia e un insulto alla lotta per la libertà del Sudtirolo.

La Stf, pertanto, chiede una revisione completa del caso, una trasparenza totale negli archivi e una rivalutazione della narrativa ufficiale, al fine di giungere a una verità storica che riconosca pienamente la complessità e la sensibilità di questo capitolo cruciale del Sudtirolo.

La questione, ben oltre la mera riabilitazione di un nome, tocca la fondazione stessa di una identità e di una memoria collettiva.

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