Un’aggressione brutale ha scosso la comunità dell’ospedale di Cattinara, a Trieste, lasciando un segno profondo e sollevando urgenti interrogativi sulla sicurezza delle strutture sanitarie e sulla tutela del personale.
Un individuo, in uno stato di alterazione psichica, ha perpetrato un atto di violenza inaudita, ferendo due infermieri e un barelliere del pronto soccorso e causando ingenti danni materiali.
L’azione non si è limitata a un mero atto di vandalismo; si configura come un vero e proprio attacco alla pubblica incolumità, un’esplosione di rabbia e frustrazione che ha temporaneamente interrotto un servizio vitale per la collettività.
Il pronto soccorso, presidio di ultima istanza per chi si trova in condizioni di emergenza, è stato privato delle sue risorse essenziali, mettendo a rischio la sicurezza e la continuità delle cure per i pazienti.
Il panico generato tra il personale e i presenti testimonia la gravità del momento e l’impatto traumatico subito dagli operatori sanitari.
Questo episodio non può essere liquidato come un evento isolato o un atto impulsivo.
È il sintomo di un malessere più profondo, il risultato di una carenza strutturale che espone il personale sanitario a rischi crescenti.
Le organizzazioni sindacali Uil Fpl, Cisl Fp e Nursind, da anni, segnalano la necessità impellente di garantire una protezione h24 nei pronto soccorso, richiedendo presidi di vigilanza costanti, formazione specifica per la gestione di situazioni di crisi e protocolli operativi chiari e condivisi.
L’aggressione evidenzia una falla nel sistema di supporto agli operatori sanitari, che si trovano spesso a fronteggiare situazioni estreme con risorse inadeguate e una percezione di vulnerabilità crescente.
Non si tratta solo di garantire la sicurezza fisica, ma anche di offrire sostegno psicologico e legale a chi subisce aggressioni, riconoscendo il costo umano di questo lavoro e la necessità di tutelare la loro dignità.
Le richieste sindacali sono chiare e pressanti: l’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina e la Regione Fvg devono agire con urgenza.
È necessario istituire immediatamente un presidio di sicurezza permanente nei pronto soccorso regionali, avviare un tavolo di lavoro con Prefettura e forze dell’ordine per definire misure preventive e di intervento rapido, e implementare un piano di supporto psicologico e legale per gli operatori coinvolti.
Solo attraverso un impegno concreto e coordinato sarà possibile prevenire il ripetersi di simili atti violenti e restituire ai professionisti sanitari la serenità e la sicurezza necessarie per svolgere il loro lavoro, salvaguardando al contempo il diritto alla salute dei cittadini.







