venerdì 10 Ottobre 2025
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Aggressione all’ospedale di Latisana: infermiere sotto attacco, emergenza sicurezza.

Un atto di violenza inaudita ha scosso la comunità ospedaliera di Latisana (Udine), portando alla luce una criticità strutturale che affligge sempre più frequentemente il sistema sanitario regionale.

Due infermiere, impegnate nell’assistenza di pazienti nel reparto di Medicina, sono state oggetto di un’aggressione fisica da parte di un utente, con ferite che vanno ben oltre la semplice contusione, configurando un evento traumatico che impone una riflessione profonda.
La ricostruzione degli eventi, fornita dal sindacato Uil Fpl Fvg, dipinge uno scenario drammatico: l’aggressore, presumibilmente in stato confusionale o acuito da problematiche psichiatriche non gestite adeguatamente, ha aggredito una delle infermiere, trascinandola violentemente e causando lesioni che richiedono accertamenti prognostici.

Il gesto, di una brutalità inqualificabile, si è protratto con l’aggressione di una seconda collega intervenuta in soccorso, colpita al volto e coinvolta in un’escalation di violenza che ha visto anche la distruzione di apparecchiature mediche essenziali, i telefoni del reparto, isolando ulteriormente il personale.
Solo l’intervento tempestivo di colleghi provenienti da altri piani, allertati dalle grida di aiuto, ha permesso di contenere la situazione e di garantire la sicurezza delle operatrici.
Questo episodio, purtroppo, non è un evento isolato.

Esso rappresenta una manifestazione concreta di un problema più ampio e complesso, legato alla crescente pressione assistenziale e alla carenza cronica di risorse umane all’interno delle strutture sanitarie.
La presenza di un singolo infermiere o di un gruppo ristretto di operatori in un reparto, senza adeguato supporto e senza la possibilità di contare su personale di sicurezza dedicato, espone il personale sanitario a rischi elevati e compromette la sicurezza dei pazienti.

La gestione di pazienti con problematiche psichiatriche non risolte, spesso aggravata da stati di alterazione dovuti a patologie o farmaci, richiede competenze specifiche e un adeguato supporto psicologico e umano, che in questo caso sembrano essere stati insufficienti.

L’accusa del segretario generale Uil Fpl Fvg, Stefano Bressan, non è solo una denuncia di un singolo atto di violenza, ma una presa di posizione ferma contro un sistema che costringe il personale sanitario a lavorare in condizioni di precarietà e di costante pericolo.

Non è accettabile che coloro che dedicano la loro vita all’assistenza e alla cura dei malati siano esposti a minacce e aggressioni, mettendo a rischio la propria incolumità fisica e psicologica.

La richiesta del sindacato, quindi, non si limita all’attivazione di un presidio fisso di Polizia presso l’Ospedale di Latisana, sebbene questa sia una misura urgente e necessaria per garantire la sicurezza del personale e dei pazienti.
È altrettanto fondamentale avviare una verifica approfondita delle dotazioni organiche, implementando misure di sicurezza più efficaci, promuovendo la formazione specialistica del personale e sviluppando protocolli di gestione delle situazioni di emergenza che tengano conto della complessità dei bisogni assistenziali.
È imperativo, infine, garantire un supporto psicologico adeguato agli operatori sanitari, traumatizzati da eventi come questo, riconoscendo il valore del loro lavoro e la vulnerabilità che spesso devono affrontare.

La tutela del personale sanitario è, in ultima analisi, tutela della salute pubblica.

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