La Federazione Autotrasportatori Italiani (Fai) Friuli Venezia Giulia ha espresso una profonda preoccupazione per il collasso logistico che affligge quotidianamente gli autotrasportatori regionali, con un epicentro drammatico al casello autostradale del Lisert.
La chiusura dell’autostrada slovena H4 ha innescato una reazione a catena che sta mettendo a dura prova l’efficienza della filiera logistica friulana e veneta.
Lungi dall’essere un mero inconveniente, la situazione rappresenta una vera e propria emergenza per un settore cruciale dell’economia regionale.
Il traffico pesante, normalmente destinato all’H4, si riversa in maniera massiccia sulle infrastrutture italiane, saturando il valico di Fernetti e il casello del Lisert, trasformandoli in colli di bottiglia insostenibili.
Le conseguenze sono tangibili: lunghe attese, code che si estendono per chilometri, un aumento considerevole dei consumi di carburante, ritardi significativi nelle consegne e, di conseguenza, una perdita di competitività che incide pesantemente sulle imprese.
La chiusura temporanea della H4, motivata da lavori di manutenzione, ha agito da amplificatore, mettendo a nudo una fragilità strutturale e una vulnerabilità sistemica che affliggono la rete viaria di confine.
Non si tratta di un problema isolato, ma il sintomo di una pianificazione carente e di investimenti insufficienti nel corso degli anni.
La situazione attuale evidenzia l’inadeguatezza dell’infrastruttura esistente a gestire i volumi di traffico internazionali, con un impatto negativo non solo sul settore dell’autotrasporto, ma sull’intera economia regionale, dalla produzione alla distribuzione.
La Fai, nel denunciare la gravità del disagio, non si limita a una mera lamentela.
La richiesta è quella di un intervento immediato e di una visione strategica a lungo termine.
L’urgenza si traduce nella richiesta di un tavolo di confronto con la Regione Friuli Venezia Giulia e con Autostrade Alto Adriatico, un luogo di dialogo costruttivo dove definire soluzioni operative rapide e, parallelamente, elaborare un piano di sviluppo infrastrutturale che anticipi le future esigenze del settore.
Questo piano deve includere non solo interventi diretti sulla rete viaria, ma anche una revisione delle procedure di gestione del traffico, l’implementazione di sistemi di monitoraggio avanzati e la promozione di soluzioni intermodali che possano alleggerire la pressione sulle infrastrutture stradali.
La discussione dovrebbe includere anche l’analisi di accordi transfrontalieri più efficaci per la gestione coordinata del traffico tra Italia e Slovenia, al fine di evitare che problemi infrastrutturali in un paese si ripercuotano in maniera così pesante sull’altro.
Il futuro della logistica regionale e la sua capacità di competere nel mercato globale dipendono da questa risposta strategica e tempestiva.