martedì 23 Settembre 2025
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Boom di accessi antimobbing in FVG: cresce la consapevolezza

Nel primo semestre del 2025, i servizi di ascolto e supporto antimobbing attivi in Friuli Venezia Giulia hanno registrato un significativo aumento di accessi, con 341 persone che hanno cercato aiuto presso i punti dislocati nelle province di Udine (147), Gorizia (70), Trieste (63) e Pordenone (61).

Questi dati, resi pubblici in una conferenza stampa regionale, rivelano una crescente consapevolezza e apertura verso la segnalazione di dinamiche lavorative disfunzionali.

L’analisi del campione rivela un quadro complesso, con una prevalenza femminile (67%) e una concentrazione di utenti nella fascia d’età superiore ai 51 anni.
La stabilità contrattuale sembra essere un fattore rilevante, dato che l’88% degli utenti possiede contratti a tempo indeterminato.

La sfera lavorativa interessata è prevalentemente il settore privato (72%), suggerendo una possibile correlazione tra la precarietà e l’esposizione a comportamenti mobbizzanti.
Un aspetto cruciale è l’emersione di un fenomeno spesso sottovalutato: il mobbing nei confronti di figure apicali.
Il 52% delle vittime dichiarate sono uomini, spesso ricoprono ruoli di responsabilità (75% posizioni di livello superiore).

Questo dato evidenzia come il mobbing non sia unicamente una questione di potere verticale, ma possa manifestarsi anche come un’operazione di destabilizzazione e delegittimazione di leadership.
Le forme di vessazione più frequentemente riportate includono umiliazioni e critiche demotivanti (32%), micro-controllo persecutorio (25%) e l’assegnazione di compiti irragionevoli e sproporzionati (15%).
Questi comportamenti, spesso percepiti come singoli episodi isolati, si configurano, nel loro insieme, come una strategia volta a minare la professionalità, l’autostima e la performance del lavoratore.
Oltre a queste forme più evidenti, emergono anche modalità di mobbing più subdole e insidiose, come l’esclusione dalla vita lavorativa (marginalizzazione, 7%), la progressiva svalorizzazione del ruolo professionale (svuotamento delle mansioni, 3%) e l’isolamento sociale.
L’assenza di opportunità di crescita e formazione, unita a trasferimenti ripetuti e a una generalizzata mancanza di supporto, contribuisce a creare un clima di costante ansia e insicurezza.

L’impegno della Regione Friuli Venezia Giulia, come sottolineato dall’Assessora al Lavoro Alessia Rosolen, si è concretizzato nell’istituzione capillare di punti di ascolto e nell’incremento progressivo delle risorse dedicate, raggiungendo quasi 270.000 euro nel 2025.

L’avvocata Teresa Dennetta, coordinatrice di alcuni sportelli, ha enfatizzato l’importanza di questi servizi come opportunità cruciale per chi si trova in difficoltà, incoraggiando attivamente le persone a chiedere aiuto e a rompere il silenzio che troppo spesso protegge comportamenti inaccettabili.

Il percorso di riconoscimento e la richiesta di supporto rappresentano, in definitiva, un passo fondamentale verso la tutela della dignità e del benessere dei lavoratori.

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