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Brigadiere Lanzillotto: un eroe, un dovere, un’eredità.

L’eco di un antico detto messicano, che sussurra la caducità dell’esistenza attraverso tre successive dissoluzioni, risuona particolarmente intensa quando si contempla la figura di Giovanni Lanzillotto, brigadiere dei Carabinieri, la cui vicenda personale si intreccia profondamente con il tessuto della storia e del dovere.

Il Generale di Brigata Gabriele Vitagliano, Comandante della Legione Carabinieri FVG, ha evocato questo proverbio per illuminare la tragica brevità della sua esistenza, un’esistenza a cui, in un certo senso, è stato strappata persino la consapevolezza della propria mortalità.

La commemorazione del brigadiere Lanzillotto, insignito postumo della Medaglia d’Argento al Valor Militare per il sacrificio compiuto il 22 agosto 1926, non fu semplicemente un atto di ricordo, ma un’occasione per riflettere sul ruolo peculiare dell’Arma dei Carabinieri, un ruolo che trascende la mera difesa del territorio.

Si trattò di onorare un uomo che, con gesto eroico, si frappose tra la violenza criminale e la sicurezza della comunità, offrendo la propria vita per preservare l’ordine e la tranquillità altrui.

La presenza di un nipote, giunto dal Piemonte, ha accentuato il legame tra passato e presente, sottolineando la persistenza del ricordo e la necessità di trasmettere alle nuove generazioni i valori di coraggio, dedizione e sacrificio che hanno animato l’azione del brigadiere Lanzillotto.

Il suo atto non fu solo un atto di forza fisica, ma un atto di profonda umanità, una testimonianza di come il dovere possa elevarsi a virtù, fondendosi con l’amore per la propria gente.
L’Arma dei Carabinieri, con la sua storia intrisa di battaglie e di impegno civile, rappresenta un pilastro della sicurezza nazionale.
I suoi uomini e le sue donne, spesso chiamati ad operare in contesti difficili e a rischio, incarnano i principi di legalità e di giustizia che sorreggono la convivenza democratica.
Il sacrificio del brigadiere Lanzillotto, così come quello di tanti altri colleghi caduti nell’adempimento del proprio dovere, è un monito costante sull’importanza di questi valori, un faro che illumina il cammino verso una società più giusta e sicura.
La cerimonia, solenne e commovente, si è snodata tra il Comando Compagnia, custode della memoria incisa sulla lapide commemorativa, e la Chiesa Madonna del Mare, dove una Messa in suffragio ha elevato una preghiera per l’eterno riposo del brigadiere.

Un rito che ha sancito non solo il ricordo di un uomo, ma l’omaggio a un ideale, un’eredità di coraggio e dedizione che continua a ispirare generazioni di carabinieri.

La sua storia, al di là della sua tragica fine, continua a vivere, un esempio tangibile di come la memoria, preservata e coltivata, possa illuminare il presente e costruire un futuro migliore.

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