La realizzazione della cabinovia di Trieste, opera attesa da tempo e oggetto di acceso dibattito, sembra finalmente trovare una concreta base finanziaria, almeno sulla carta.
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha formalmente stanziato 48,8 milioni di euro per il progetto, un segnale che, superficialmente, dovrebbe infondere ottimismo.
Tuttavia, l’annuncio, diffuso dal consigliere comunale Paolo Altin, leader del gruppo Punto Franco, solleva interrogativi significativi e alimenta una crescente preoccupazione per la reale sostenibilità dell’iniziativa.
La cruciale novità risiede nelle modalità di erogazione dei fondi.
Contrariamente a quanto inizialmente implicito, l’importo ministeriale non sarà liquidato in un’unica soluzione, ma dilazionato in otto rate distribuite in un arco temporale considerevole, dal 2027 al 2034.
Questa dilazione, lungi dall’essere una mera formalità amministrativa, introduce un elemento di complessità finanziaria che il Comune di Trieste si troverà a fronteggiare.
L’assenza, fino ad oggi, di trasparenza in merito a questo aspetto è un punto di forte critica sollevato da Altin.
Ripetute richieste di chiarimenti sulla copertura finanziaria dell’opera sono rimaste inesaudite, generando un clima di sospetto e mettendo in discussione la proattività e la correttezza dell’amministrazione comunale.
La recente acquisizione del decreto ministeriale, che sancisce l’assegnazione dei fondi, ha permesso di svelare questa cruciale informazione, rafforzando l’impressione di una gestione poco trasparente.
La domanda che si pone è dunque quella della reale capacità del Comune di Trieste di far fronte agli oneri finanziari derivanti da un finanziamento così dilazionato.
Un piano di finanziamento a lungo termine implica la necessità di una gestione attenta delle risorse, la previsione di eventuali fluttuazioni economiche e la capacità di mantenere l’impegno finanziario per un periodo prolungato.
Senza una chiara strategia di copertura, il progetto rischia di incepparsi, comportando ritardi, costi aggiuntivi e, potenzialmente, l’abbandono dell’iniziativa stessa.
La questione non si limita alla mera disponibilità di liquidità.
L’opera, per sua natura, presenta un’elevata intensità di capitale e richiede investimenti in infrastrutture, manodopera specializzata e tecnologia avanzata.
La dilazione dei finanziamenti potrebbe tradursi in un aumento dei costi complessivi, a causa dell’inflazione, delle variazioni dei tassi di interesse e della necessità di adeguare i costi di gestione a un orizzonte temporale più ampio.
Pertanto, il consigliere Altin, con un appello rivolto anche al “Conte dei Conti” (intendendo la Corte dei Conti, organo di controllo della gestione finanziaria pubblica), esprime la sua preoccupazione e suggerisce di sospendere immediatamente l’iter del progetto.
L’urgenza è quella di garantire una visione d’insieme chiara e condivisa, che tenga conto delle implicazioni finanziarie a lungo termine e che assicuri una gestione responsabile e trasparente dei fondi pubblici.
La realizzazione della cabinovia rappresenta un’opportunità di sviluppo per Trieste, ma solo se accompagnata da una pianificazione finanziaria solida e da un impegno concreto da parte di tutti gli attori coinvolti.