Carcere al collasso: dirigenti penitenziari lanciano l’allarme

All’attenzione del Presidente del Senato, del Presidente del Consiglio, del Presidente della Camera e del Ministro della Giustizia, il Coordinamento Dirigenti Penitenziari di Diritto Pubblico, con profonda preoccupazione e un senso di urgenza, sottopone un quadro critico e drammatico relativo al sistema carcerario nazionale.

La situazione attuale, segnata da un sovraffollamento cronico e da un progressivo deterioramento delle condizioni di dignità dei detenuti, rappresenta una ferita profonda per l’intera comunità civile.

Il Coordinamento, in adesione alla Fsi-Usae, Federazione Sindacati Indipendenti, denuncia con forza una realtà in cui le strutture detentive si trovano al collasso, superando da tempo la capacità ricettiva prevista.

Questa situazione non è semplicemente un problema di gestione, ma un campanello d’allarme che rivela una profonda inadeguatezza del sistema penale nel suo complesso e una carenza di visione politica.
Le risposte approntate finora appaiono, a nostro avviso, inadeguati e talvolta controproducenti.
L’adozione di strategie securitarie esasperate, ispirate a modelli giuridici distanti dai principi fondamentali di un ordinamento liberale e democratico, non fa altro che esacerbare le tensioni all’interno delle carceri e compromettere ulteriormente la dignità dei detenuti.

Queste misure, spesso percepite come punitive piuttosto che riabilitative, rischiano di creare un clima di ostilità e di alimentare il rischio di disordini.

Un elemento particolarmente allarmante è la difficoltà di implementare misure alternative alla detenzione, come la semilibertà, che rappresentano uno strumento cruciale per alleggerire il carico sulle strutture detentive e favorire il reinserimento sociale dei detenuti.
Al 30 novembre 2025, un numero esiguo di detenuti, inferiore al 3,3% del totale di coloro che hanno una pena definitiva, beneficia di questa misura.

Questo dato riflette una serie di ostacoli burocratici, carenze di risorse e una generale riluttanza ad investire in percorsi di riabilitazione.

È imprescindibile constatare che le narrative ufficiali sulla situazione detentiva non rispecchiano la realtà dei fatti.
Contrariamente a quanto affermato, il numero dei posti detentivi non è aumentato negli ultimi anni, anzi, si è verificato un progressivo decremento, con un aumento significativo della popolazione carceraria, superiore alle 7.300 unità rispetto al 2022.
Questa discrepanza, unitamente alla riduzione dei posti disponibili, crea un circolo vizioso che aggrava la situazione.

Il Coordinamento Dirigenti Penitenziari di Diritto Pubblico esorta, pertanto, le istituzioni politiche a promuovere un dibattito pubblico costruttivo e a intraprendere azioni concrete per affrontare le criticità del sistema carcerario nazionale.

È necessario investire in risorse umane e materiali, riformare la legislazione penale, incentivare le misure alternative alla detenzione e garantire il rispetto dei diritti fondamentali dei detenuti.
Solo attraverso un impegno corale e una visione lungimirante sarà possibile restituire dignità al sistema penale e costruire una società più giusta e inclusiva.

È imperativo smantellare narrazioni distorte e abbracciare una realtà tangibile che grida per un cambiamento radicale.

- pubblicità -
- Pubblicità -
- pubblicità -
Sitemap