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sabato 8 Novembre 2025

Caso Tulissi: la Cassazione al vaglio di un’immagine satellitare

Il Palazzo di Giustizia di Roma accoglie oggi la più recente fase del complesso iter giudiziario riguardante la tragica scomparsa di Tatiana Tulissi, strappata alla vita a Manzano (Udine) l’11 novembre 2008, vittima di un omicidio a colpi d’arma da fuoco.
L’udienza davanti alla Corte di Cassazione rappresenta un punto di svolta cruciale, in seguito alla condanna a sedici anni di reclusione inflitta a marzo scorso da parte della Corte d’Assise d’Appello di Venezia, terzo grado di giudizio per l’imprenditore friulano Paolo Calligaris.
La vicenda, intrisa di elementi controversi e innumerevoli elementi di incertezza, ha visto la difesa sollevare eccezioni di gravissimi vizi procedurali e interpretativi, culminando in un ricorso mirato all’annullamento senza rinvio della sentenza impugnata.

La motivazione alla base del ricorso si fonda su una questione apparentemente tecnica, ma di enorme impatto sull’intera dinamica dei fatti: la ricostruzione temporale dell’evento, basata sull’analisi di un’immagine satellitare fornita da Google Maps.
Secondo la difesa, i giudici veneziani, guidati da questa ricostruzione, avrebbero erroneamente compresso la durata del tragitto percorso dal figlio di una testimone chiave, riducendo la stima da un minuto e cinquantaquattro secondi a soli cinquantaquattro secondi.
Questa discrepanza, se confermata, mina irrimediabilmente le fondamenta dell’accusa, alterando la cronologia degli eventi e compromettendo la validità delle dichiarazioni testimoniali.
I legali hanno scrupolosamente documentato, in oltre centocinquanta pagine, le numerose incongruenze e le interpretazioni forzate riscontrate nel corso del processo, sostenendo che anche una sola di queste irregolarità sarebbe sufficiente a invalidare la condanna.

La tesi difensiva non si limita a contestare l’analisi del percorso, ma si estende anche alla natura dei rumori percepiti dalla testimone.
Si sostiene che gli scoppi uditi non fossero colpi d’arma da fuoco, bensì il rumore anomalo prodotto dalla marmitta difettosa del veicolo di proprietà del figlio dell’imputato, un elemento cruciale, precedentemente trascurato, che muterebbe radicalmente l’interpretazione dei fatti.
I difensori tracciano un parallelo inquietante con il controverso caso Garlasco, un precedente giudiziario segnato da errori e interpretazioni errate, esprimendo fiduciosa aspettativa che il giudizio della Cassazione si risolva in modo diametralmente opposto.
La richiesta è chiara: l’accertamento dell’innocenza di Paolo Calligaris e la conclusione definitiva di un tormentato iter giudiziario, protratto per ben diciassette anni, che ha profondamente segnato la sua vita e quella dei suoi familiari, lasciando una cicatrice indelebile nel tessuto sociale della comunità friulana.
L’attenzione della magistratura è ora concentrata nell’esame critico di questi elementi, alla ricerca della verità giuridica che possa finalmente restituire giustizia e serenità.

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