La riqualificazione di Villa Sevastopulo, comunemente nota come Castelletto di Monte Valerio, rappresenta un intervento di profonda rilevanza per il tessuto storico, architettonico e accademico di Trieste.
Situata nel cuore del comprensorio universitario, la villa, attualmente oggetto di un ambizioso piano di restauro avviato nel 2023 e previsto per il completamento nella primavera del 2026, si appresta a riconciliare il suo passato glorioso con le esigenze di una comunità universitaria in continua evoluzione.
Il progetto, stimato in circa 5 milioni di euro e sostenuto da un contributo significativo (800.
000 euro) da parte della Fondazione CRTrieste, non si limita a un mero risanamento strutturale.
Esso comprende un’accurata analisi e conservazione degli elementi decorativi originari, un adeguamento impiantistico conforme alle normative contemporanee e, soprattutto, una riprogettazione funzionale volta a integrare la villa all’interno delle attività accademiche.
L’edificio, concepito nel 1862 dall’abile mano dell’architetto Feliciano Vittori, incarna l’eclettismo del neogotico, un linguaggio architettonico in grado di sintetizzare influenze diverse in una composizione originale e suggestiva.
Costruita come residenza privata dell’imprenditore Angelo Valerio, figura di spicco nel panorama industriale e patriottico triestino, la villa si erge maestosa su cinque livelli, coprendo una superficie di circa 550 metri quadrati.
La sua pianta asimmetrica, caratterizzata da una raffinata combinazione di merlature, torri ottagonali, torrette, contrafforti, finestre ad arco a tutto sesto e robusti spigoli, evoca un’atmosfera di nobile solennità.
Il piano nobile custodisce un salone di eccezionale valore artistico, completamente affrescato.
Le pareti narrano, attraverso vedute paesaggistiche di grande respiro, un dialogo tra la città di Trieste, con il suo dinamismo e la sua storia, e il Monte Valerio, dominato dalla villa e dai suoi curati spazi verdi.
L’acquisizione dell’edificio da parte dell’Università di Trieste nel 1962 ha segnato l’inizio di una nuova stagione, ospitando gli Istituti Biologici della Facoltà di Scienze e Farmacia.
Il rinnovato Castelletto, restituito all’Ateneo con la sua originale bellezza potenziata, si propone come fulcro di attività didattiche, di ricerca e di eventi culturali, valorizzando il suo patrimonio storico e la sua funzionalità contemporanea.
“Questo intervento è un investimento strategico per la nostra Università, un’opportunità per preservare un testimonianza tangibile del passato e per proiettarla verso il futuro,” ha sottolineato il Rettore, Roberto Di Lenarda.
Il presidente della Fondazione CRTrieste, Massimo Paniccia, ha aggiunto: “La sinergia tra la nostra Fondazione e l’Università incarna il principio di una collaborazione orientata a generare un impatto positivo e duraturo sulla comunità triestina, promuovendo la conoscenza, la cultura e la formazione delle nuove generazioni.
La salvaguardia di un bene architettonico di tale pregio è, in definitiva, un investimento nel futuro della nostra città e nella sua identità.
“