sabato 13 Settembre 2025
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Diritto alla difesa negato: ostacolo all’accesso all’ICAM

Un’inaccettabile barriera si è eretta tra il diritto alla difesa e la sua concreta attuazione, manifestandosi in un episodio che solleva interrogativi profondi sul rispetto delle procedure penali e sulla tutela dei diritti fondamentali.
L’avvocato Federica Tosel, legale di Mailyn Castro Monsalvo, indagata per l’omicidio del compagno Alessandro Venier a Gemona, ha segnalato con fermezza come il consulente tecnico della difesa, Edoardo Genovese, sia stato preclusa l’accesso all’Istituto di Custodia Attenuata per Madri (ICAM) di Venezia, nonostante una previa interlocuzione con la Procura di Udine.

Questo episodio non rappresenta una mera questione procedurale; incarna una violazione del principio cardine che il diritto di difesa non è un privilegio discrezionale, bensì un pilastro imprescindibile del sistema giudiziario democratico.
La sua negazione, anche se parziale o temporanea, mina l’equità del processo e pregiudica la possibilità per l’indagata di preparare adeguatamente la propria linea difensiva, un diritto riconosciuto e garantito dalla Costituzione.
L’ostacolo frapposto al consulente tecnico, professionista qualificato e con competenze specifiche, implica una potenziale compromissione della capacità di valutare e documentare aspetti cruciali per la ricostruzione della vicenda e per la comprensione del quadro probatorio.

La difficoltà di accesso all’ICAM, in un contesto delicato come quello di una detenzione, può influire negativamente sulle condizioni psicologiche dell’indagata e ostacolare l’acquisizione di informazioni rilevanti.

L’avvocato Tosel ha espresso con chiarezza la profonda preoccupazione per una situazione che non solo contrasta con i principi di legalità e imparzialità che devono permeare l’amministrazione della giustizia, ma incide direttamente sulla dignità del procedimento penale stesso.

La difesa legale non può essere considerata una concessione dipendente da favori o discrezionalità; è un diritto inviolabile, un baluardo contro possibili abusi di potere e un elemento essenziale per garantire un giusto processo.
La richiesta di spiegazioni formali alle istituzioni coinvolte e l’intenzione di adottare ogni iniziativa necessaria per prevenire il ripetersi di simili episodi testimoniano la ferma determinazione della difesa a tutelare il diritto della propria assistita e a promuovere un sistema giudiziario più trasparente e rispettoso dei diritti fondamentali.

La vicenda solleva interrogativi sul coordinamento tra le diverse istituzioni coinvolte e sulla necessità di rafforzare i meccanismi di garanzia per assicurare che il diritto alla difesa sia effettivamente esercitabile, senza ostacoli né discriminazioni.

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