Il futuro del cacao, e con esso la sostenibilità di una delle filiere alimentari più amate al mondo, passa attraverso un profondo ripensamento delle pratiche agricole.
Domori, storico produttore di cioccolato di eccellenza, membro di spicco del Polo del Gusto promosso da Riccardo Illy, ha intrapreso un percorso ambizioso: un progetto di agricoltura rigenerativa in Ecuador, terra di origini cruciale per la sua materia prima.
Questo impegno, giunto al termine di un anno di intenso lavoro, offre risultati incoraggianti e getta le basi per un modello di produzione a lungo termine.
L’intervento si concentra su una vasta area di 90 ettari nella provincia di Guayas, una regione ecologicamente preziosa e agricolturalmente strategica.
Il cuore del progetto è la rinascita di un ecosistema degradato, attraverso la piantumazione di oltre 21.000 piante di cacao della pregiata varietà Nacional Arriba, rinomata per le sue note aromatiche intense e complesse.
A queste si aggiungono 10.000 piante autoctone, essenziali per la biodiversità locale, e 1.500 alberi da frutto, che non solo arricchiscono la dieta delle comunità locali, ma contribuiscono anche all’attrazione di impollinatori e alla salute generale del suolo.
La collaborazione con Unocace, una cooperativa che rappresenta un tessuto connettivo tra i coltivatori ecuadoriani, si è rivelata fondamentale per il successo dell’iniziativa.
Circa 99 famiglie di produttori, provenienti da diverse province, sono coinvolte attivamente nel progetto, beneficiando non solo di supporto tecnico e finanziario, ma anche di un’opportunità di crescita professionale e di miglioramento delle proprie condizioni di vita.
“Lavoriamo a fianco di queste comunità da vent’anni,” sottolinea Gianluca Franzoni, fondatore di Domori, oggi presidente e anima propulsiva del progetto.
“La rigenerazione della foresta non è solo una questione di coltivare cacao, ma di ricostruire un ambiente sano e resiliente.
Abbiamo finanziato la reintroduzione di una vasta gamma di specie vegetali, alberi da frutto, piante a ciclo breve, specie autoctone, per contrastare la vulnerabilità della monocultura e tutelare il manto forestale.
Questo approccio genera anche reddito aggiuntivo per i produttori, creando un circolo virtuoso di sviluppo sostenibile.
“Il progetto non si limita all’aspetto agrononomico.
L’obiettivo è quello di ricostruire la fertilità del suolo, ripristinare la biodiversità e rafforzare la resilienza dell’ecosistema agli impatti del cambiamento climatico.
La scelta di varietà autoctone e l’introduzione di piante da frutto creano un ambiente più equilibrato e diversificato, capace di resistere meglio a parassiti e malattie.
La consapevolezza che una pianta di cacao ha una vita media di 30-40 anni sottolinea l’importanza di un approccio a lungo termine, che guardi al benessere del pianeta e delle comunità locali.
Il futuro del cioccolato, come dimostra l’impegno di Domori, si fonda sulla rigenerazione.