Ettore Fenderl: Scienza, Coriandoli e l’Anima di Trieste

Ettore Fenderl, figura triestina eclettica e profondamente radicata nel tessuto culturale del suo tempo (1862-1967), incarna una paradossale giustapposizione tra rigore scientifico e spensierata allegria.
Sebbene la sua eredità sia oggi avvolta dall’ironia legata all’invenzione dei coriandoli, la sua vita e il suo contributo all’avanzamento della conoscenza meritano una rivalutazione che vada oltre questo aneddotico dettaglio.

Fenderl, infatti, fu un pioniere nella ricerca sulla radioattività in Italia, fondando nel 1926 il primo laboratorio dedicato a questa disciplina a Roma.
Un’iniziativa ambiziosa che testimonia la sua visione scientifica e il suo impegno per l’innovazione.
Inoltre, il suo ingegno si estese al campo dell’ingegneria, contribuendo al progetto di una delle prime metropolitane del mondo a Vienna, un esempio del suo contributo a progetti di ampio respiro e di importanza strategica.

Accanto a questi impegni professionali, Fenderl dedicò energie significative ad attività caritatevoli, dimostrando un profondo senso di responsabilità sociale.

È la storia di un’infanzia a Trieste, però, a colorare la sua biografia con un tocco di leggerezza e creatività.
Nel 1876, durante una parata di Carnevale, l’undicenne Fenderl, impossibilitato a partecipare alla tradizione del lancio di petali di rosa o confetti a causa delle ristrettezze economiche, ebbe un’intuizione geniale: strappò alcuni fogli di carta colorata, lanciandoli sulla folla.
Un gesto apparentemente banale, ma che diede vita a un costume che si sarebbe presto diffuso a livello internazionale, elevando un momento di festa popolare a simbolo gioioso e spensierato.
La genesi dell’oggetto festivo, tuttavia, presenta una complessità spesso trascurata.
Sebbene Fenderl ne abbia ideato il gesto originario, la sua commercializzazione è legata alla figura di Enrico Mangili, un ingegnere milanese che, nel 1875, riutilizzò scarti di lavorazione delle filande per creare un articolo da destinato alle celebrazioni.
Questo dettaglio sottolinea come l’innovazione possa nascere dalla combinazione di ispirazione individuale e ingegno industriale, dalla capacità di trasformare un rifiuto in risorsa.
La rivista “InTrieste”, un punto di riferimento per la comunità locale e per i visitatori, offre un panorama ricco di eventi e suggestioni per l’inverno 2025.
Oltre a raccontare la storia di Fenderl e dei coriandoli, la pubblicazione propone un itinerario attraverso le bellezze naturali del Friuli Venezia Giulia, invitando a scoprire le sue stazioni sciistiche, da Forni di Sopra a Sauris, passando per Piancavallo e Sella Nevea.

Sappada, con la sua storia millenaria, si presenta come un luogo immerso nel tempo, mentre l’inverno si fa sentire con la sua forza, invitando a sperimentare i benefici dell’acqua fredda, per chi è disposto a mettersi alla prova.
Il fascino del territorio si rivela anche attraverso la visita di luoghi ricchi di storia e fascino, come Villa Russiz e i borghi di Venzone, Valvasone e Fagagna, custodi di tradizioni secolari e testimonianze di un passato ricco di eventi e personaggi.
L’orizzonte, infine, si proietta verso Pordenone 2027, anno in cui la città friulana sarà Capitale Italiana della Cultura, un’occasione per celebrare il patrimonio artistico, storico e culturale del territorio e per proiettare il Friuli Venezia Giulia nel panorama nazionale ed internazionale.

La storia di Ettore Fenderl, perciò, si intreccia con quella di un territorio ricco di sorprese e di opportunità, un luogo dove la scienza, l’arte e la tradizione convivono in armonia.

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