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Trieste

Famiglie delle vittime del Natisone: richiesta di 3,7 milioni di euro.

La richiesta di risarcimento danni avanzata dalle famiglie Doros, Cormos e Molnar, genitori e fratelli di Bianca, Patrizia e Cristian, le giovani vittime della tragica piena del torrente Natisone del 31 maggio 2024, si eleva complessivamente a 3,7 milioni di euro.

Questa cifra ingente, resa nota dalla Tgr Rai Friuli Venezia Giulia, testimonia la profondità del dolore e delle perdite subite, che abbraccia non solo il patrimonio materiale, ma soprattutto i danni biologici e morali, incalcolabili in termini economici.
L’avvocato Maurizio Stefanizzi, legale rappresentante delle famiglie, ha annunciato il deposito degli atti di costituzione di parte civile nel procedimento penale a carico di tre vigili del fuoco e di un infermiere della Sores.
L’accusa verte sulla gestione e sull’esecuzione delle operazioni di soccorso che, a giudizio delle famiglie, si sono rivelate inadeguate e hanno contribuito al decesso dei tre ragazzi.
La richiesta di risarcimento, che va ben oltre la mera quantificazione economica del danno subito, mira a ricostruire, per quanto possibile, un senso di giustizia e a ottenere chiarezza sulle dinamiche che hanno portato a questa immane tragedia.

Si tratta di una richiesta complessa, che tiene conto non solo delle perdite materiali, come spese funerarie e mancato reddito futuro, ma anche del dolore insopportabile, del trauma psicologico irreversibile e della perdita di affetti che ha devastato le vite delle famiglie coinvolte.

Il procedimento legale si preannuncia lungo e articolato, e si concentrerà sull’analisi delle responsabilità e sulla verifica delle procedure operative seguite durante l’emergenza.
L’azione civile delle famiglie non solo mira a ottenere un adeguato risarcimento economico, ma anche a sollecitare un’indagine approfondita sulle cause della tragedia e a promuovere l’adozione di misure preventive volte a evitare che simili eventi si ripetano in futuro, tutelando così la sicurezza e la vita di altre persone.

L’obiettivo ultimo è trasformare un lutto devastante in un’opportunità per migliorare la resilienza del territorio e la capacità di risposta di fronte a eventi naturali estremi.

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