Un mare di camici bianchi ha invaso la piazza antistante la sede della Regione Friuli Venezia Giulia, un presidio silenzioso ma eloquente, un grido di dignità che si leva dalla categoria delle farmacie private.
Rappresentanti di Filcams CGIL, Fisascat CISL e Uiltucs UIL Friuli Venezia Giulia, insieme ai propri associati, hanno dato voce a una protesta che affonda le radici in anni di rivendicazioni irrisolte e in una progressiva erosione del valore professionale.
Al centro della disputa, un contratto collettivo scaduto ad agosto 2024, un termine che segna non solo la fine di un accordo, ma anche l’inizio di un periodo di incertezza e frustrazione per centinaia di farmacisti e farmaciste.
Le critiche si concentrano sull’atteggiamento di Federfarma, accusata di immobilismo e di una proposta economica inaccettabile, lontana da qualsiasi considerazione relativa al costo della vita, all’impennata inflazionistica e, soprattutto, al continuo aggiornamento professionale richiesto dalla loro complessa attività.
La segretaria generale della Filcams CGIL Fvg, Marika Baio, ha sottolineato come la professione farmaceutica non si limiti alla mera dispensazione di farmaci.
Oggi, il farmacista è figura professionale polivalente, chiamata a fornire servizi cruciali come analisi cliniche, campagne vaccinali e consulenza personalizzata, attività che richiedono competenze specialistiche, responsabilità elevate e un costante investimento in formazione.
“Non si tratta solo di retribuzione,” ha dichiarato Baio, “ma di riconoscimento del ruolo sociale e professionale che svolgiamo.
“Matteo Calabrò, segretario generale della Uiltucs Fvg, ha aggiunto che la proposta di Federfarma rappresenta non solo un’offesa economica, ma anche un’umiliazione nei confronti dell’intera categoria, sminuendo anni di studio e dedizione.
Il disagio è palpabile: la retribuzione non riflette l’impegno richiesto, né la complessità delle mansioni svolte.
Diego Marini, segretario generale della Fisascat CISL Fvg, ha concluso il presidio con un appello deciso e fermo: è imperativo che la figura del farmacista sia valorizzata a tutti i livelli, attraverso un adeguato riconoscimento economico e professionale.
La protesta non è solo una richiesta salariale, ma un monito alla Regione e a Federfarma affinché prendano atto dell’importanza strategica della farmacia nel sistema sanitario e riconoscano il contributo fondamentale dei farmacisti per la salute e il benessere della comunità.
Il futuro della professione, e di conseguenza l’accesso a servizi farmaceutici di qualità, è in gioco.







