Il diritto di astenersi dal voto, esercizio democratico fondamentale, si pone al centro di un acceso dibattito innescato dal referendum in corso. Il Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha espresso con chiarezza la sua decisione di non partecipare, ribadendo la legittimità di tale scelta come espressione di dissenso nei confronti della proposta di legge in discussione, in particolare per quanto concerne la questione della cittadinanza.La sua argomentazione trascende la mera opposizione alla proposta di legge. Fedriga solleva un interrogativo cruciale sul significato stesso di democrazia e sul ruolo dell’astensione come forma di partecipazione civica. Nel sistema referendario, il voto positivo, il voto negativo e l’astensione costituiscono tre opzioni distinte, parificate nel loro valore democratico. Negare la legittimità dell’astensione, come sembra accadere in questo specifico contesto, significa erigere una definizione artificiosa di democrazia, limitandone i confini e svilendo la libertà di scelta del cittadino.L’astensione non è disinteresse, né necessariamente passività. Rappresenta una decisione ponderata, una scelta consapevole di non avallare una direzione politica ritenuta errata o dannosa per il bene comune. È un atto di silenzioso dissenso, una dichiarazione di inconciliabilità con le proposte in campo. L’esercizio di tale diritto è tanto più importante quando le alternative presentate appaiono insufficienti o inaccettabili, e il voto non offre una reale possibilità di cambiamento.Storicamente, l’astensione è stata praticata da esponenti politici di ogni orientamento, senza che ciò fosse stigmatizzato come mancanza di impegno civile. L’attuale reazione, che sembra volerla equiparare a un atto di slealtà o di mancata partecipazione, rivela una rigidità interpretativa che impoverisce il dibattito pubblico e limita la pluralità di voci.Fedriga, con la sua dichiarazione, intende richiamare l’attenzione su un aspetto spesso trascurato della democrazia partecipativa: la libertà di scegliere, anche attraverso l’omissione, di non aderire a una determinata linea politica. Un diritto inviolabile, espressione della sovranità popolare, che deve essere tutelato e non subire strumentali tentativi di delegittimazione. La sua scelta, pertanto, si configura come un monito a preservare l’integrità del processo democratico, riconoscendo la legittimità di ogni voce, anche di coloro che, attraverso l’astensione, esprimono il proprio dissenso in modo consapevole e responsabile.
Fedriga e l’astensione: un diritto democratico da difendere.
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