Fulvio Camerini, figura cardine della cardiologia triestina, incarnava un principio leonardesco: la navigazione senza scienza è un vagare senza meta.
Questa metafora, che Camerini stesso amava richiamare, sottolineava l’importanza imprescindibile della rigorosa formazione scientifica per chiunque si dedichi alla cura del cuore umano.
La sua eredità, celebrata a cento anni dalla nascita, è testimoniata dal suo successore, Gianfranco Sinagra, che ne ha raccolto l’eredità e ne prosegue l’opera di innovazione.
Sinagra, oggi a capo del dipartimento cardiotoracovascolare, della Scuola di Specializzazione in Cardiologia e docente in ASUGI e Università di Trieste, ha il compito di perpetuare l’approccio metodologico distintivo di Camerini: una sintesi virtuosa di pragmatismo, revisione critica ispirata alla tradizione anglosassone e una profonda umanità.
Nato a Trieste nel 1925, Camerini intraprese un percorso formativo intenso, coronato dalla laurea in Medicina e Chirurgia a Padova nel 1949.
La sua sete di conoscenza lo portò a confrontarsi con le eccellenze mediche internazionali: borse di studio presso il National Heart Hospital e Hammersmith Hospital di Londra, soggiorni di studio a Stoccolma e Uppsala, esperienze che ampliarono i suoi orizzonti e affinarono il suo approccio alla cardiologia.
Come amava ripetere, citando un proverbio arabo, “per tracciare un solco diritto, attacca il tuo aratro a una stella”: un invito alla perseveranza, alla definizione di obiettivi chiari e alla coerenza nell’azione.
Un principio che permeava il suo stile di vita e che si traduceva in un costante impegno per l’eccellenza scientifica.
Il contributo di Camerini alla cardiologia triestina è stato fondamentale.
Nel 1964, diede vita al servizio di Fisiopatologia Cardiovascolare dell’Ospedale Maggiore, un centro di eccellenza che ha formato generazioni di specialisti.
Dal 1971 al 1996, guidò la Divisione di Cardiologia degli Ospedali Riuniti, creando una scuola di pensiero basata sull’approccio centrato sul paziente, sull’ascolto attivo e sulla condivisione del sapere.
L’attività didattica, avviata nel 1967, si sviluppò attraverso un dialogo aperto con gli studenti, focalizzato sulla comprensione dei problemi reali e sulle loro implicazioni cliniche.
Le sue ricerche hanno contribuito in modo significativo alla comprensione dell’infarto miocardico, delle cardiomiopatie e dello scompenso cardiaco.
Un’opera di importanza capitale fu l’istituzione, nel 1978, insieme a Luisa Mestroni, del Registro sulle Cardiomiopatie, evolutosi nel corso degli anni in una risorsa inestimabile.
Oggi, gestito da Sinagra, questo registro raccoglie informazioni dettagliate su oltre 3.
500 pazienti, arricchite da analisi istopatologiche e genetiche, e permette un monitoraggio a lungo termine, costituendo un patrimonio di dati, immagini e campioni biologici di grande valore scientifico.
L’attenzione alla ricerca genetica e molecolare nelle malattie cardiovascolari, sviluppata in collaborazione con Arturo Falaschi, ha ampliato ulteriormente gli orizzonti della cardiologia triestina.
L’ambiente di lavoro di Camerini, descritto da Sinagra, era un crogiolo di discipline diverse, un luogo dove trattati scientifici convivevano con opere di filosofia e teologia, testimoniando la sua visione olistica dell’uomo e della sua salute.
Il suo impegno sociale, testimoniato dalla promozione di “Medicina per la Pace” con il pediatra Franco Panizon, dimostra la sua sensibilità verso le sofferenze umane, soprattutto in un periodo storico segnato da conflitti e migrazioni.
La sua carriera politica, culminata con la nomina a Senatore nel 1996, gli permise di portare avanti le sue battaglie a favore di una medicina basata sull’efficacia e la rigorosità scientifica, come dimostra il suo significativo intervento in Aula in difesa del “metodo Di Bella”.
L’eredità di Fulvio Camerini è dunque un esempio di come la scienza, l’umanità e l’impegno sociale possano convergere per migliorare la vita delle persone e lasciare un segno duraturo nella storia della medicina.