Il lutto per la perdita di Alessandro Venier, strappato alla vita il 25 luglio, persiste a Gemona (Udine), un dolore sospeso, aggravato dalla tragicità delle circostanze che hanno segnato la sua fine.
A oltre un mese dall’evento, il funerale, una pietra miliare imprescindibile nel processo di elaborazione del lutto collettivo, non si è ancora celebrato.
L’attesa, lungi dall’essere una semplice questione burocratica, si intreccia con la delicatezza e la complessità di una situazione giuridica e morale profondamente turbata.
Il Comune, garante del benessere della comunità, si è trovato nell’impensabile ruolo di dover attendere indicazioni provenienti dalla madre di Alessandro, la donna accusata del suo brutale omicidio e della successiva disarticolazione del corpo, come confessato agli inquirenti.
Tale aspetto genera una sospensione etica, ponendo interrogativi profondi sul diritto al lutto e sulla sua espressione in un contesto di così estrema gravità.
Le decisioni relative alla cerimonia funebre, che determineranno la sua natura e i suoi tempi, dovrebbero giungere attraverso il legale della donna, l’avvocato Giovanni De Nardo, e comunicate al sindaco Roberto Revelant.
La scelta, per quanto si sappia, orienterebbe verso un rito civile, una decisione che riflette, forse, la volontà di distanziarsi da forme religiose in un contesto di profondo turbamento spirituale e morale.
Parallelamente, la vicenda della neonata, figlia di Alessandro e della compagna Maylin, rimane al centro di un’attenzione protettiva.
La piccola, ancora troppo fragile per comprendere l’entità della perdita, continua a essere affidata a una struttura specializzata, gestita dal Comune di Gemona, che ne garantisce la sicurezza e l’assistenza, in attesa di una soluzione stabile per il suo futuro.
L’affidamento, in questo momento, rappresenta la priorità assoluta, un atto di tutela per una vita innocente segnata dalla tragedia fin dalla nascita.
La vicenda solleva interrogativi sulla responsabilità collettiva nei confronti di un bambino privato, in modo così drammatico, dei suoi genitori e di un futuro sereno.