Il 11 gennaio 2022, la scoperta di un corpo senza vita in un’area di confine tra Gorizia e Nova Gorica ha innescato un’indagine giudiziaria transfrontaliera di notevole delicatezza e complessità.
La vittima, un giovane cittadino sloveno di 26 anni, venne rinvenuta da un passante in una zona verde situata a breve distanza dal confine, in territorio sloveno.
La peculiare collocazione geografica del ritrovamento, a cavallo tra l’Italia e la Slovenia, ha reso imprescindibile l’attivazione immediata di una collaborazione investigativa congiunta, coinvolgendo le forze di polizia dei due paesi.
Le prime indagini, condotte dalla Polizia Criminale di Nova Gorica, hanno rapidamente escluso la possibilità di un decesso per cause naturali.
L’autopsia ha rivelato un quadro di lesioni gravissime, compatibili con un’aggressione perpetrata con arma da taglio.
Le prime tracce emersero in un contesto allarmante, suggerendo un legame con il traffico e l’uso di sostanze stupefacenti, aprendo la strada a ipotesi di natura criminale particolarmente violenta e organizzata.
Parallelamente, la Squadra Mobile di Gorizia, operante sotto la direzione della Procura della Repubblica di Gorizia e in stretto coordinamento con gli investigatori sloveni, concentrò l’attenzione su due giovani italiani, all’epoca minorenni e privi di precedenti penali.
La loro individuazione si basò su una serie di elementi di contesto e indizi iniziali, che suggerivano un possibile coinvolgimento nell’evento tragico.
La gravità del caso, che coinvolgeva minori e richiedeva una profonda analisi delle dinamiche e dei moventi, ha portato alla costituzione di un team investigativo composito, sostenuto da Eurojust.
Questo strumento di cooperazione giudiziaria, cruciale per l’armonizzazione delle procedure e la condivisione di informazioni sensibili, ha visto la collaborazione tra la Procura dei Minorenni di Trieste e la Procura Distrettuale di Nova Gorica.
L’approccio multidisciplinare ha favorito un accesso congiunto a risorse specialistiche, tra cui analisi forensi avanzate, esami biologici e acquisizione di dati provenienti da sistemi di videosorveglianza presenti sia in Italia che in Slovenia.
L’attività investigativa ha permesso di ricostruire un quadro più dettagliato degli eventi, consentendo al Giudice per i Minorenni di Trieste di disporre misure cautelari restrittive nei confronti degli indagati, consistenti in prescrizioni e divieto di espatrio.
Recentemente, è stato formalmente notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, segnando una fase cruciale nel procedimento giudiziario.
La vicenda, oltre alla tragica perdita di una giovane vita, solleva interrogativi importanti sulla criminalità minorile, le dinamiche legate al consumo e allo spaccio di droga e la necessità di rafforzare la cooperazione transfrontaliera per contrastare efficacemente i fenomeni criminali che non conoscono confini.






