L’avvento dell’intelligenza artificiale solleva interrogativi cruciali per la professione forense, in particolare per l’avvocato amministrativista, figura chiave nell’interpretazione e applicazione del diritto amministrativo.
Sebbene l’IA offra indubbi vantaggi in termini di efficienza e analisi dati, emerge una potenziale dicotomia: il suo approccio tende all’omologazione, alla standardizzazione di situazioni complesse, in contrasto con la peculiarità del ruolo dell’avvocato, che è quello di estrarre valore e significato dai dettagli, dalle sfumature che definiscono ogni singolo caso.
Come sottolinea Orazio Abbamonte, presidente dell’Unione Nazionale degli Avvocati Amministrativisti, l’abilità di cogliere l’unicità di ogni situazione, l’applicazione creativa del diritto, rischia di essere erosa da un’intelligenza artificiale che, per sua stessa natura, privilegia la gestione di schemi predefiniti.
Il Congresso dell’Unaa, incentrato sull’efficienza amministrativa e lo sviluppo economico, ha messo in luce l’importanza di una nuova consapevolezza all’interno dell’avvocatura amministrativa.
Non si tratta di respingere l’innovazione tecnologica, bensì di comprendere appieno le sue implicazioni e di adattare il proprio approccio per preservare l’essenza del servizio offerto al cittadino.
L’avvocato amministrativista non deve limitarsi a operare all’interno del processo amministrativo, una fase cruciale ma non esaustiva, bensì deve essere presente e proattivo nel procedimento amministrativo stesso, ovvero nel rapporto diretto tra la pubblica amministrazione e i cittadini.
Questo significa offrire supporto e orientamento a chi necessita di autorizzazioni, permessi e soluzioni per affrontare le complessità dell’attività amministrativa, un compito che richiede non solo competenza legale, ma anche sensibilità umana e capacità di interpretazione contestuale.
L’intervento di Lilia Cavallari, presidente dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio, ha ulteriormente arricchito il dibattito, ponendo l’accento sulla necessità di una semplificazione amministrativa che riduca gli oneri – economici e temporali – che gravano sui privati.
Questa semplificazione non deve, tuttavia, compromettere la tutela dei diritti e la garanzia di un’amministrazione trasparente e responsabile.
L’obiettivo è trovare un equilibrio tra efficienza e correttezza, sfruttando le potenzialità dell’innovazione tecnologica senza sacrificare i principi fondamentali del diritto amministrativo e la centralità del cittadino.
In definitiva, l’avvocato amministrativista del futuro dovrà essere un professionista in grado di navigare in un panorama complesso, coniugando competenze legali, conoscenze tecnologiche e una profonda comprensione delle esigenze dei cittadini, mantenendo sempre al centro la tutela dei diritti e la promozione di una giustizia amministrativa equa ed efficiente.







