Nella notte, un devastante incendio ha inferto un duro colpo alla zona industriale di Pordenone, inghiottendo un capannone di proprietà della Feregotto Elevatori.
L’evento, presumibilmente innescato da un guasto o una condizione anomala in una delle batterie a litio stoccate all’interno, ha generato un’intensa propagazione delle fiamme, alimentata dalla natura chimica e intrinsecamente infiammabile di questi accumulatori di energia.
La combustione ha causato ingenti danni strutturali al capannone, distruggendo parte della sua copertura e compromettendo un macchinario da lavoro.
Fortunatamente, e per fortuna in questo caso, l’incendio non ha causato feriti o vittime.
Tuttavia, la stima dei danni materiali supera ampiamente il milione di euro, una cifra che riflette non solo il valore della struttura distrutta e dei beni danneggiati, ma anche le implicazioni economiche per l’azienda e per l’indotto coinvolto.
La gravità dell’evento ha mobilitato immediatamente le forze dell’ordine e i vigili del fuoco.
I carabinieri della Compagnia di Pordenone hanno avviato le indagini per accertare le cause dell’incendio, mentre i vigili del fuoco, provenienti dal comando locale e dal distaccamento di Maniago, hanno impiegato un considerevole numero di mezzi – autobotte, autoscala, funzionario di guardia e squadre specializzate – per domare le fiamme.
L’intervento, protrattosi per oltre tre ore, dalle prime luci dell’alba fino alle prime ore del mattino, è stato reso particolarmente complesso dalla necessità di gestire il rischio di reazioni chimiche secondarie e di propagazione del fuoco.
A seguito dell’incendio, l’area interessata è stata dichiarata inagibile, evidenziando la compromissione della sua stabilità e sicurezza.
La vicinanza del capannone con il tempio protestante “Chiesa dei Pellegrini” ha comportato un’estensione delle verifiche di sicurezza, portando alla dichiarazione di inagibilità anche per l’edificio religioso, a causa del potenziale rischio di danni strutturali o contaminazione derivanti dall’incendio.
Le autorità competenti stanno ora valutando le procedure per la demolizione e la ricostruzione, tenendo in considerazione l’impatto ambientale e la necessità di implementare misure di prevenzione incendi più avanzate, soprattutto per quanto riguarda lo stoccaggio di batterie a litio, tecnologia sempre più diffusa ma intrinsecamente pericolosa se non gestita con rigore e competenza.
Le indagini si concentreranno anche sulla conformità degli impianti e delle procedure di sicurezza dell’azienda, al fine di prevenire il ripetersi di simili tragedie.