La disponibilità e l’efficacia del servizio di interruzione volontaria di gravidanza (IVG) in Friuli Venezia Giulia rappresentano un elemento cruciale per garantire il diritto alla salute e all’autodeterminazione femminile, come sancito dalla legge 194/78.
Un recente resoconto fornito dall’Assessore Regionale alla Salute, Riccardo Riccardi, in risposta a un’interrogazione presentata dalla consigliera Rosaria Capozzi (Movimento 5 Stelle), ha illustrato lo stato attuale dell’offerta sanitaria regionale.
Nove strutture sanitarie distribuite capillarmente sul territorio – due nell’area del Friuli Occidentale, cinque nel Friuli Centrale e due nell’area Giuliano-Isontina – sono accreditate per erogare il servizio di IVG.
I dati relativi al 2024 evidenziano un incremento del servizio, con 1.284 interruzioni di gravidanza effettuate, un dato che riflette un aumento dell’11,5% rispetto all’anno precedente.
Questa variazione, sebbene richieda un’analisi più approfondita per determinarne le cause sottostanti (possibili fattori includono cambiamenti demografici, socio-economici o legati alla consapevolezza e all’accesso alle informazioni), sottolinea l’importanza di un’offerta sanitaria adeguata e reattiva alle esigenze della popolazione.
Un aspetto significativo emerso dal resoconto riguarda la percentuale di ginecologi che esercitano il diritto di obiezione di coscienza.
L’assessore ha confermato che circa il 45% dei professionisti coinvolti nel servizio, con picchi localizzati che raggiungono il 58%, si avvalgono di tale diritto.
Tuttavia, Riccardi ha assicurato che, nonostante questa quota considerevole, la Regione garantisce la presenza di un numero sufficiente di medici non obiettori in ciascuna struttura per coprire sia le procedure urgenti che quelle programmate.
Un sistema di monitoraggio costante è in atto per assicurare la continuità del servizio e prevenire eventuali disservizi.
È fondamentale sottolineare che, in linea con la legge 194/78, anche i professionisti che si dichiarano obiettori hanno l’obbligo di fornire assistenza generale alla persona, garantendo l’erogazione delle cure necessarie sia prima che dopo l’interruzione di gravidanza.
Questo aspetto mira a salvaguardare il benessere psico-fisico della donna, offrendo un supporto completo durante un momento delicato e complesso.
La consigliera Capozzi ha espresso apprezzamento per le informazioni fornite dall’assessore, auspicando un ulteriore rafforzamento del sistema sanitario regionale, con particolare attenzione alla formazione di nuovi professionisti e all’aggiornamento continuo dei servizi offerti, al fine di rispondere in modo sempre più efficace alle necessità della collettività, nel rispetto dei diritti e della dignità di ogni individuo.