venerdì 19 Settembre 2025
24.9 C
Trieste

Lavoro Nero e Sicurezza: Controlli dei Carabinieri a Pordenone

Nell’ambito di un’intensificata azione di vigilanza territoriale, i Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Pordenone hanno condotto una serie di ispezioni mirate a garantire il pieno rispetto del diritto del lavoro e la salvaguardia della sicurezza e della salute dei lavoratori nelle province di Pordenone.
L’intervento, esteso a diverse aree comunali – Pordenone, Sacile, San Vito al Tagliamento, Morsano, Pasiano, Spilimbergo e Brugnera – ha concentrato l’attenzione su settori cruciali per l’economia locale, tra cui l’agricoltura, spesso caratterizzata da dinamiche lavorative complesse, e il variegato panorama delle attività commerciali, includendo esercizi pubblici e punti di raccolta di scommesse.
L’indagine ha rivelato un quadro preoccupante: la scoperta di otto lavoratori impiegati in regime di “lavoro nero”, una pratica che sottrae gli individui alla protezione dei diritti fondamentali e le aziende dall’adempimento di obblighi contributivi e fiscali.

La gravità di tali irregolarità ha portato all’applicazione di misure restrittive, con la sospensione dell’attività imprenditoriale nei confronti di due datori di lavoro, evidenziando l’impegno delle autorità a contrastare l’illegalità e a tutelare il mercato del lavoro in regola.

Oltre al lavoro sommerso, le ispezioni hanno portato alla luce numerose violazioni delle normative in materia di sicurezza sul lavoro.
Sono state rilevate carenze significative nella formazione obbligatoria del personale, una lacuna che espone i lavoratori a rischi evitabili e compromette la corretta applicazione delle procedure di prevenzione infortuni.
La mancata sottoposizione a visite mediche preventive, elemento essenziale per la valutazione dello stato di salute dei lavoratori e l’identificazione precoce di potenziali problemi, ha rappresentato un’altra criticità rilevata.

Un quadro ulteriormente aggravato dalla pratica, in alcuni casi, del pagamento di parte della retribuzione in contanti, un’operazione che rende difficile tracciare i flussi finanziari e può essere un segnale di irregolarità più ampie.

Le sanzioni amministrative e le ammende contestate ammontano a un valore complessivo superiore ai 60.000 euro, un segnale tangibile dell’importanza che le autorità attribuiscono alla tutela del lavoro e alla repressione dei comportamenti illeciti.

Questa azione di controllo, oltre a far luce sulle irregolarità riscontrate, mira a sensibilizzare i datori di lavoro sull’importanza di rispettare le normative vigenti, promuovendo un ambiente di lavoro sicuro, dignitoso e conforme alle leggi, a beneficio di tutti gli attori coinvolti.

L’intervento si inserisce in un più ampio contesto di controlli programmati a livello nazionale, volta a contrastare l’evasione fiscale e a garantire pari opportunità per tutti i lavoratori.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -