La mobilitazione pro-Palestina che ha attraversato Trieste ha lasciato un’impronta tangibile, manifestandosi non solo in termini numerici, ma anche nelle dinamiche sociali e nelle ripercussioni sulla viabilità cittadina.
Stime dell’Usb parlano di circa settemila partecipanti, una cifra notevole che riflette il forte sentimento di solidarietà verso Gaza, testimoniando una mobilitazione popolare di notevole intensità per la realtà triestina.
L’azione dimostrativa, inizialmente organizzata in cortei, ha determinato un significativo rallentamento del traffico, con la conseguente necessità di un presidio mirato al Varco IV del Molo VII.
Nonostante l’interruzione parziale, l’attività portuale ha continuato, seppur con alcune limitazioni, grazie all’utilizzo di un accesso alternativo.
La giornata, pur nel suo intento pacifico di esprimere sostegno alla causa palestinese, si è trovata a fronteggiare momenti di tensione.
Due veicoli della Polizia di Stato hanno subito danni e un agente ha riportato ferite lievi a seguito del lancio di oggetti, un episodio che sottolinea la complessità di gestire manifestazioni di tale portata e la necessità di garantire l’ordine pubblico in contesti potenzialmente conflittuali.
L’eco del messaggio pro-Palestina, simboleggiato da slogan come “Free Gaza” e “Palestina Libera”, si è materializzata anche attraverso imbrattamenti su vetrine e cassonetti, segni tangibili dell’attivismo e della passione che animano i partecipanti.
Questi gesti, pur esprimendo una forte presa di posizione, sollevano interrogativi sulla responsabilità e sulla necessità di distinguere l’espressione del dissenso dalla vandalizzazione.
Verso le ore serali, un gruppo di circa cento persone ha continuato a presidiare il Varco IV, mentre i cortei principali, giunti in piazza della Libertà, si sono progressivamente sciolti.
La permanenza del presidio residuo evidenzia una volontà di mantenere alta l’attenzione sulla questione palestinese e di continuare a sollecitare azioni concrete a sostegno della popolazione di Gaza.
L’evento si pone come un significativo episodio nel panorama delle mobilitazioni sociali triestine, riflettendo un crescente interesse per le dinamiche geopolitiche globali e un profondo senso di responsabilità verso le popolazioni in conflitto.