martedì 30 Settembre 2025
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Musica Sacra: Un Viaggio Sonoro tra Trieste e Pordenone

Il 34° Festival Internazionale di Musica Sacra, un’istituzione culturale promossa da Presenza e Cultura con il supporto del Centro Iniziative Culturali Pordenone e della Fondazione Teatro Verdi di Trieste, inaugura un percorso innovativo con un nuovo asse musicale che connette Trieste e Pordenone.
Quest’anno, il festival si articola attorno alla produzione per Decimino di Ottoni, inaugurando un capitolo significativo nel panorama musicale regionale.

Il cartellone, che si svolgerà dal 17 ottobre al 16 novembre, si presenta come un viaggio sonoro e spirituale, intessuto attorno al tema della fede, virtù teologale centrale nell’edizione 2024.
Otto concerti internazionali tra Pordenone e Udine, quattro lezioni-concerto e tre eventi conferenza compongono un programma ricco e stimolante, che culmina con la conclusione del ciclo triennale “Caritas et amor”, un progetto artistico che ha visto la direzione artistica dei maestri Franco Calabretto ed Eddi De Nadai, affiancati quest’anno da Paolo Rodda, responsabile artistico del Teatro Verdi, per un’offerta di iniziative ancora più ampia e diversificata.
Una sinergia profonda, sancita da un protocollo specifico, lega il festival al Teatro Verdi, dando vita a un’anteprima esclusiva: il 26 ottobre, nel Duomo Concattedrale San Marco di Pordenone, debutterà “O magnum mysterium”, una produzione che valorizza gli Ottoni dell’Orchestra del Teatro Verdi in formazione Decimino, sotto la direzione del maestro Francesco Castellana.

Quest’opera, tra le più evocative del repertorio liturgico, sarà il preludio di un’apertura solenne, il 19 ottobre, dedicata a San Francesco.

“Giullari di Dio”, l’anteprima mondiale della ricostruzione del Cantico di Frate Sole ad opera dell’Ensemble Micrologus, si preannuncia come un momento di profonda commozione e riflessione.

Il percorso musicale si snoda attraverso capolavori assoluti: il “Quatuor pour la fin du temps” di Olivier Messiaen, composto nel lager di Görlitz, dialoga con la narrazione di Sandro Cappelletto, creando un potente contrasto tra la tragedia umana e la speranza spirituale.
La solennità della “Berliner Messe” di Arvo Pärt, eseguita per la prima volta con una nuova composizione di Maria Beatrice Orlando, vede protagoniste l’Orchestra Giovanile Filarmonici Friulani e il Coro Giovanile del Fvg, offrendo un esempio di contemporaneità musicale vibrante.

La conclusione del progetto triennale del Coro del Fvg si arricchisce con l’esecuzione delle Cantate di Bach, accompagnate dall’Orchestra da Camera di Pordenone e guidate dal direttore Jörg-Andreas Bötticher.
Il festival continua a esplorare il ricco patrimonio musicale europeo con le Cantate di Telemann e Bach, interpretate da un ensemble vocale e da un mezzosoprano, e con il ritorno del Corou de Berra, che presenta la Polifonia sacra delle Alpi italo francesi del Sud, testimonianza di un’identità culturale profonda e radicata.

Il Festival si configura così come un crocevia di generi, epoche e interpretazioni, un viaggio emozionante alla scoperta della musica sacra e della sua capacità di connettere il passato, il presente e il futuro.

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