mercoledì 6 Agosto 2025
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Nuova luce sul carcere di Udine: un luogo di incontro e speranza.

A Udine, una nuova luce si accende all’interno del carcere, non come simbolo di isolamento, ma come segno tangibile di una rivoluzione nel pensiero e nella prassi penitenziaria.

Un’innovativa sala polifunzionale, destinata all’utilizzo pubblico, sta per aprire le sue porte, frutto di una collaborazione sinergica tra istituzioni governative, organizzazioni del terzo settore, cooperative sociali, e il mondo accademico, un ecosistema di attori uniti da un obiettivo comune: trasformare l’istituto penitenziario in un centro di riabilitazione e di dialogo con la comunità.
Il contributo significativo della cooperativa sociale Dinsi Une Man, con una donazione di 20.

000 euro, testimonia l’impegno concreto di realtà locali nel sostenere questo ambizioso progetto.
Lo spazio, esteso su 200 metri quadrati, è concepito come un ambiente modulare e flessibile, capace di adattarsi a diverse esigenze.

Oltre a un teatro con 98 posti a sedere, ideale per eventi culturali e spettacoli, la sala ospiterà aule studio attrezzate e una hall accessibile anche dall’esterno, creando un punto di contatto diretto tra il mondo interno e quello esterno.

Questo intervento di riqualificazione rappresenta un tassello fondamentale di un piano più ampio di ristrutturazione dell’istituto penitenziario, volto a superare la tradizionale visione di contenimento per abbracciare un approccio basato sulla responsabilità sociale e sul reinserimento.
Paolo Felice, presidente di Legacoop Fvg, ha evidenziato come questa iniziativa incarni una visione alternativa, una profonda rilettura del concetto di carcere, non più percepito come una barriera, ma come un luogo di incontro, di scambio e di crescita condivisa.

Un concetto pienamente condiviso da Andrea Sandra, Garante comunale dei diritti delle persone detenute, che ha sottolineato l’enorme attesa e la forte domanda di utilizzo di questo spazio come piattaforma di dialogo tra due comunità finora separate da un confine artificiale.

L’apertura a nuovi modelli di convivenza, che includano la cittadinanza attiva nel percorso di recupero dei detenuti, si preannuncia come un elemento cruciale per il futuro dell’istituto.

La ristrutturazione complessiva dell’istituto penitenziario, prevista per il completamento nel gennaio 2026, è l’epilogo di un percorso iniziato nel 2021, che ha già portato alla realizzazione di sezioni per la semilibertà, aule scolastiche, una biblioteca, spazi dedicati alla socializzazione e una palestra.
Bruna Gover, coordinatrice Legacoop Fvg, ha definito questo progetto un’impresa coraggiosa, un momento storico per la regione, poiché per la prima volta le strutture carcerarie si aprono alla cittadinanza, abbattendo pregiudizi e costruendo ponti tra mondi diversi.

L’iniziativa si configura come un esperimento sociale di ampio respiro, potenzialmente replicabile in altri contesti, che mira a ridefinire il ruolo del carcere nella società contemporanea, trasformandolo da luogo di esclusione a centro di opportunità e di speranza.

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